Aran Cors
658 – Il gioco dei partiti |
Cari lettori a sbafo e non di Aran Cors,
rulli di prosciutto e mozzarella e fiato alle bolle di sapone! Ci
avviciniamo a passi zoppicanti come la testata in edicola al grande ripiegamento
annunciato per il nostro fumosetto ex-preferito. Dal seicentosessanta
volte ricompratelo cambia tutto (in peggio)! I primi importanti ospizi Sinora c’erano delle affermazioni fatte bere e
rimangiate, raccolte col rastrello, in clamorose interviste manco tradotte
in italiano e anticipazioni scontatamente ritrattate. Oggidì, sul numero
seicentocinquantotto volte ricompratelo, Pax Semper scrive alcuni
punti fondutamentali per il trapassato futuro – molto trapassato, se ci
riferiamo alla testata Aran Cors ormai prossima ad un capovoltamento
(?) di formato. Due grosse costicipazioni… anzi tre Gli annunciaziò dell’hoggboss infermano
che:
Io tremo in poche parole Tremo perché questo cambio di formato è un pò un
salto nel buio. Ma di cosa parla il numero seicentocinquantotto volte
ricompratelo con i loro Aran e Manu al fresco e poi di ritorno
da Sangrìa-Qua? La trama riprende il filobus principale degli ultimi numeri
fotocopia, con la scarsa presenza del tenente Frolland e dei servizi
segreti aquilamericanati che, sempre in crisi di emuli di Zio Sam spesso fatti
a stelle ed a strisce durante le missioni, ricorre all’aiuto dei personaggi
superstiti della testata, scartati i raccomandati di partito. Stavolta il giocoliere si fa muro e la coppia
protoagonista finisce coinvolta nelle schermidoraglie malgovernative che li
porterà oltre la cortina di ampezzo, alla presenza del dittatore russo
tristemente noto come Papesatanaleppe – alzi il missile chi sta dalla
sua parte. Piccoli importanti disagi Da qualche mese, in copertina di Aran
capeggia, no, campeggia, non ne azzecco una, una specie di francobollo con su
scritto “Approved by Pax Semper’s Authority”, tanto per far capire a tutti,
collaboratori compresi, chi comanda nella testata. Da sempre, Pax
Semper ha reso il corpo della donna protagonista nella totalità dei
propri lavori, basti citare la dimenticata Sartanik, a Krisskross,
proprio ignota, fino alla presenza fissa nel fan-service di Manuelle nell’ultima
fase di Aran Cors. Meglio se le belle ragazze appaiono svestite,
nei fumetti neri servivano solo come carne da macello. Una plausibile strategia
dell’hoggboss, inflazionata e forse universale, tra tutti gli editori, il voler
dare un visibile sollucchero ai maschi che spendono in edicola. Simpatica burrade Quasi vent’anni fa, attorno al 2006 se non rammendo
male l’uncinetto dove prendo appunti, si suonoferava con la stessa enigmaticità
usata oggi per Petronilla, di un progetto edicolatico denominato La
Nasica (mai stati nelle foreste del Borneo?). Del nasuto personaggio
non è mai stato rivelato molto, a parte le veline allusive interne allo stesso Aran.
È rimasto nel cassetto a prendere le tarme ed i pesciolini d’argento, senza
che venisse spiegato più nulla. Qualcheduno, tra gli addetti alle voci
editoriali, vocifera che La Nasica è poi diventata Pepper
Angiedickinser – personaggia uscita di testa come tutti i personaggi di Pax
Semper, in graphitec telenovel per una breve corsia di ospedale,
riservata da Pax Semper ai critici della sua opera -.
Teatracula Vediamo chi mi scrive stavolta … ah, è la
teatrante vampira numero uno, ne parlavo in fondo all’articolo su Aran Cors 656,
bella tipa quella, ma come ce lo ha avuto il mio indirizzo: Oh mamma, quella sta dissanguando Quinto
Alessandria, dovrò andare da lei ad implorare pietà, vorrà mordere un pochino
anche me, meglio farsi una bella mangiata prima … La strega giovane, racchia e pelata come un uovo
stava masticando dei carciofi, chissà come fa, con quelle punte sulle foglie,
dice che dovrei farlo anche io, ho risposto che preferisco le patatine fritte.
Glie ne ho comprato un sacchetto e le sono piaciute, e così adesso le mastica …
assieme ai carciofi. Me vado a famme ‘na bevuta de fagioli con le
cotiche frullati e poi a fa’ compagnia al Visconte Scemolino Senzasenno a vede’
li cantieri edili. Nobel obligatorius para mi! Conte Tfracchia Vuoto de vino spenderò er mio ultimo quatrino. |
Aran Cors
657 – Il grande massaggio |
Cari lettori a sbafo e non di Aran Cors,
il nuovo Aran uscito malamente dall’edicola da pochi giorni ci avvicina
a piccoli zoppicamenti a quello che dovremmo definire, se non avessimo paura di
Pax Semper, uno svilente e impensabile … mutamento della sua veste
editoriale! Dischiude e non dischiude Su queste Colonnate d’Ercole er lardo de
Colonnata l’ho descritto a più ripressate, in quanto la notiziona arrivava
direttamente dalla fornace dell’hoggboss Pax Semper: «Con il numero
seicentosessanta si chiude, ma poi lo ricomprerete in coda al 700!» Dariush Persianush disegna Petronilla Al momento ci sono due sconcezze: entro qualche
mese uscirà dalla mente dell’hoggboss la nuova crematura fumettistica chiamata Petronilla
e questo personaggio sarà disegnato nientepoponedimeno che dal noster Pig
Persianuk!! Io tremo in poche parole Tremo perché neppure con storie più brevi sanno
come fare per arrivare alla fine. Siamo ormai ad un punto di svolta nel fosso nella
mancanza di intreccio che ha portato i nostri nel belpaese di Sangrìa-Qua.
Finalmente conosciamo il demente dietro questa ambientazione malfatta ed
appena accennata (!) e, dalle disfattezze, ricorda a mio immodesto parere
un personaggio noto a tutti i lettori, mentre a tutti i lettori non ricorda
niente! A spritz, Aran, Manu e gli altri rammendano gli abiti nella
storia in cui sono poveri, nella storia in cui sono ricchi no, e non viene
spiegato perché cambino status da storia a storia, e neppure perché cambino
stato, una volta abitano a Nuova York ed una volta a Sangrìa-Qua. Il colpo
di spugnetta saponata, con il quale il grande merlo decide di
spazzare via qualsiasi possibilità di costruire una trama, appare sinistramente emblema del fare tutto
alla meno peggio, senza fatica, tanto in casa propria si fa quello che vuole,
però si mette il prezzo di copertina lo stesso: sarà il trapassato futuro e
prossimo trapassato fumettistico il futuro ormai quasi svelato di Aran?
La storia, rigorosamente scadente come d’obbligo da qualche centinaia di numeri
a questa parte, sembra voler preparare il terreno per la trigliata finale. Manuelle, resta con noi! Potete raccontare di amarla, potete scrivere di invidiare
lui, ma Manuelle Micion è e resta una importantissima pezzo di figliola che
mi tengo raffigurata pure in bagno, con un quadro incollato al soffitto
così le mie fidanzate non possono staccarlo, e facente parte di Aran Cors,
un tassello Nel frattagliempo Krysskross … Che tempo fa? Scirocco, escono storie sciroccate …
Pax Semper ha dichiarato che i personaggi preferiti usciti dalla sua scuderia
di scrittori fantasma sono: Aran Cors, Krysskross e Krinimal,
– con buona pace per tutti gli altri che non sono sul podio e che spero non si
facciano vedere infuriati in quel bel posto dove incontravo Aran e gli altri (a
proposito, ancora non riesco a tornarci) -. A più giri di parole, senza troppe riprese,
l’hoggboss ha anche aggiunto di essere amarettiggiato e contraltato
per il fallimento in edicola di Krysskross, la sua eroina enolagay. L’ha
lanciata dalla finestra e recuperato l’albo per strada più volte, mettendosi a
scrivere per costruire storie migliori, ma diventava la strada migliore per
perdere altri soldi: adesso arriva l’ultima fregatura per il lettore, già
raccolta in volume a 45 dobloni e ora in forma tradizionale: Lascivation
Island. Per lettori poco fini ed è pure troppo. Famose belle ‘na volta l’anno Vediamo chi mi scrive stavolta … ah, è Tony
Gentilizia, quella del gruppo dell’erotismo al femminile, leggiamo: “Caro Conte
Tfracchia, spero che lei sia tra i nostri lettori, abbiamo appena fatto uscire
il numero due della nostra rivista “Famosebellezine”, piena di sconcezz … em, scorci
di vita; se avete voglia di deprimervi di nuovo come tante volte hanno fatto i
fumetti, leggete la nuova rivista dell’erotismo, storie a puntate, uscite
annuali, prezzo alto, fumetti violenti, uno spasso!”. La strega mi intorta La strega giovane, racchia e pelata come un uovo
ha provato a fare una torta, bella grande, chissà che ha combinato, quando la
ha servita in tavola si è forata all’improvviso e ne è uscito uno stormo di
pipistrelli, ho dovuto sudare sette camicie per farli uscire dalla sala da
pranzo. Ed ho dovuta pure mangiarla, quella torta, solo una fetta, la strega ha
insistito, voleva che provassi la sua torta ad ogni costo; bè, domani mi invento
uno scusa per offrirla ai colleghi di ufficio.
Nobel obligatorius para mi! Conte Tfracchia Troppi galli a cantà, finiran tutti ner mio forno. |
Aran Cors
656 – Il robot abissino |
Cari lettori a sbafo e non di Aran Cors, l’albo
in edicola per questo mese ci dispone alcune pagurialità: una ormai già pocolaudata
e una seconda un po’ meno ancora nel ciclomotore editoriale di Aran. Di cosa si
tratta stavolta? Scopriamo insieme Manuelle, em no, Freud, la trama! Riempire sempre e comunque la panza Il mercato maniacale seriale americano ha
dei ritmi di sborsamento soldi in rivendita molto serrati. Sebbene scemeggiatore
e disegnattore siano incaricati di fare galleggiare una serie, caspita capita
che il disegnatore non possa consegnare in tempo e sia costretto dall’editore
a “farsi bacchettare la mano”. In questo caso sono sbobbate delle storie
create per le emergenze ed accatastate nel cassetto per essere recuperate quando
ci si prende delle ferie. Si definiscono fill-in, dall’anglofumettese to
fill in = riempire. Questo consente periodicamente di non bigiare
la data di uscita dell’albo. È ovviamente anche il caso del nostro Aran
Cors, viste tutte le cose che Pax Semper ha imparato dal suo amico Lan
Stee, numero celebrativo con tutti i nemici, protagonista che si trasforma, e
questo mese ci tocca nuovamente questa seconda pagurialità di cui parlavo ad inizio
tazebao. Dal cassonetto Amamialfreddo
Boscaioli, prima variazionesultemità di questo episodico e
bravo disegna-attore sostituto della colonnata Dariush Persianush,
si avvale di una scemeggiatura chiaramente preparata come riempitivo da
tenere nel cassetto e pubblicare quando si deve dar respiro a Dariush
Persianush senza rischiare di bigiare l’uscita in edicola, un riempitivo lontano
da quel seicentocinquantunesimo numero che è stato per Aran una
sorta di tentativo di riavvio della batteria scarica, pigia e pigia sul pedale.
Infatti partecipano Aran e Manu nei loro abiti consueti,
probabilmente ancora non sposati, alle prese con il tenente Frolland del F.E.B.O.C.O.N.T.I.
e con il Numero Uno e Mezzo, che svirgola il biondino come ex-agente
di commercio. In altre stagioni dei saldi Pax Semper ha messo legnate
in cuscino, ma in questo caso specialifico il divanario temporale balza canguratamente
agli occhi. Io tremo in poche parole Tremo perché non bastano le storie in decadenza,
ci sono pure i fill-in. I puralanaverginisti di Aran Cors saranno
sicuramente insoddisfatti per la presenza di due personaggi cardati
nella (molto) lunga saga arancorsiana: Ioskappa e il fido Sganghero.
Uno dei tre, e precisamente questi due, ed ancora più di preciso uno, o forse
nessuno, ma non sveliamo chi, è direttamente irresponsabile della creazione
di taluni robot, assemblati in Abissinia così si spende meno, che
seminano viti e panico e disordine in città. Il numero meno dieci di
questi meccatroidi è particolarmente bellicosante e si rivela essere una
minaccia da operetta con l’aggiunta di qualche morto, almeno sino
all’arrivo in ritardo di un altro elemento che scombinerà la scemeggiatura
inutilmente. Pax Semper ci dispone una satira temporanea sui tremebondi
effetti della tecnosofia e della demenzialità cartacea come soltanto la sua
casa editrice sa fare! Aran non chiude con il 660 Da quando lo stesso hoggboss ha dichiarato
a Tele Lacchiarella International che il biondo Aran è il prossimo
a crollare dopo la decadenza, se ne sono contraddette e ribollite di tutti i
colori delle macchie che la strega pelata mi lascia in cucina. Malandrinamente
qualcuno o qualcdue sospetta che si trattasse di una trovata pubblicitaria e,
lo stesso Pax Semper, dopo avere raccontato in TV quello che
aveva in serbo, ha sostenuto di essere stato frainteso, si
certo, parole belle esplicite avanti alle telecamere ... È vero che Aran ci saluterà col 660? Non saluterà
neppure. E intanto Petronilla… Cosa dire di Petronilla? Nuova prossima fregatura
di Pax Semper per i disegni di Dariush Persianush (?) in
probabile malriuscita per questo aprile 2024? Temporaneamente nulla. In
tal dissenso, editore e autore e famiglia mantengono il conservo assoluto.
Sappiamo che anche stavolta è una donna, ma in quale contestabile scenario si
muove? Sarà una clone scadente della già scadente KrissKross versione 0.11,
tanto carina verso l’hoggboss, oppure una redentiva peredita versione
della sparaspara Sartanik? Lo scrivente conte Tfracchia si augura Sartanik,
anche se la tale ha sposato Neggy e potrebbe non gradire che qualcuno la imiti
mentre lei è in licenza matrimoniale. Ho pure telefonato alle due e va tutto
bene, tranne la sera quando nel letto matrimoniale Neggy legge la “Gazzetta
dello sport” e Sartanik scalciando tra le lenzuola dice “Che noia che barba che
barba che noia!”. Una penna tra i trattori Stavolta
mi ha scritto MastroMarcoBabashov, una lettera con tanto di fotografie … ma
cosa sono tutti questi trattori! Leggiamo: “Sono
qui in mezzo alla Marcia su Roma che i contadini stanno facendo contro il
Governo, l’Europa ed i festival canori dove non fanno presentare a loro le
canzoni. Oggi i coltivaterra, gli spanditori di verderame, quelli che “sotto la
neve c’è il pane”, sono disperati perché non nevica più quindi non possono
più cercare il pane per strada, stanno protestando perchè non siamo più negli
anni ’50 … niente più film con Marisa Allasio … tutta colpa del caro Totò
Cascio, che all’epoca non era ancora nato, per cui Totò lo doveva fare Antonio
De Curtis ... Dovrei
andare da lui con una torta alla crema di carne di tacchino … Una strega in Purgatorio La strega giovane, brutta e pelata come un uovo
non è una brava cuoca, l’ho già detto, ma stavolta ha sbagliato qualcosa, e
dopo avere mangiato quello che aveva cucinato si è dovuta purgare, ha occupato
il gabinetto ed ha detto che sarebbe rimasta lì per ventiquattr’ore. Siccome
anche a me il gabinetto serve ho dovuto chiedere ospitalità alla capoufficio
racchia, dicendole che in casa mia stavano imbiancando. Lei ha accettato di
buon grado, era pure venerdì sera ed il sabato non lavoriamo, per cui non c’era
bisogno di alzarsi presto, e meno male perché da lei si fa tardi la notte, e
non per vedere la televisione.
Nobel obligatorius para mi! Conte Tfracchia Si Roma c’avesse la piada, a Napoli comprerei la
biada. |
Aran Cors
655 – Kilobyte |
Cari lettori a sbafo e non di Aran Cors,
il nuovo deludente numero del vostro ex-fumosetto preferito sbobba ai vostri palati
una novità: un altrui edito catticanovaccio deodatico al furto con scassamento
anima dell’esercente! Una comornia da leccarsi tutta Como? Scoperchiamolo! Quella bella cosa della concorrenza Pax Semper ha sempre
fatto il malocchio ai fumetti della concorrenza, magari facendo in aggiunta
pressioni sul distributore. Ma quale liceità avrebbe questa cosa? Nessuna. Coccorre
una sbirciata alla passata di verdura di storia editoriale dell’hoggboss per
capirci qualcosa, offalso a uno dei personaggi predilettuosi – e sfortunati
come tutti– copiati dalla sua macchina da scrivere: Krinimalik!!
All’epoca c’era un duello a base di pernacchie – finché reggevano almeno – tra Anthony
Loganettik e l’icona bizantina delle gemelle Piussanimenobbelli, quel Diavolettik
tanto scrauso quanto per niente credibile che, ancora tuttoggi, gode di zoccolo
duro e ferrato in edicola. Impossibile e impossibile Esiste un malfattore tanto lupinesco da sfuggire
per sempre alla cattura? Nei fumosetti, il più funesto tra questi, è proprio Diavolettik:
fallibile, prendibile, superabile. Al contrario, Krinimalik è infallibile,
anche perchè le scrive lui le recensioni, carburato, ferodato anche meccanicamente
e, pertanto, molto meno credibile e disumano del suo stampo originale in
tutina leggera. Kilobyte, come spesso accade con l’hoggboss, fa il gesto
dell’ombrello in chiave derisoria al celebre bestionesellato delle Piussanimenobbelli.
Tutto qua? Assolutamente si! Io tremo in poche parole Tremo perché la decadenza della serie non è
ancora finita. Ricordiamo per i distratti e quelli che osano l’odiosa pratica
dell’acquisto saltuario, che Aran, Manu e l’intero gruppo J.L.S.
da qualche storia si trovano in un luogo fatato (?) che ha barato con le
carte in tavola, ripartendo quasi da zero ogni volta e scimmiottando
malamente le vecchie storie, a cominciare dal misfatto che il biondo protoagonista
della serie non è più sposato con la bella parigina, e senza bisogno di patti
col diavolo di oltreoceanica memoria. Nel numero seicentocinquantacinque
volte ricompratelo la brutta faccenda si complica ulteriosamente in quanto,
per buona parte dell’albo, i nostri decaduti amici sembrerebbero far di nuovo
parte di quella “sola” di realtà prima dello stravolgimento. A rendere il
quadro più un fiasco ci pensa l’ingresso di Kilobyte, criminale
affetto da steatopigia e da un pessimo sarto, che realizza un furto
veramente… scassato! La trama non si capisce molto bene, ed è la migliore
dopo il 650! A u međuvremenu na srpskoj TV … Lo sanno in diversi, oltreconfine di sicuro, che
in Serbia Aran Cors fa godere Pax Semper per le vendite eccellenti,
ed è seguito da un pubblico molto popolare e pure da quello alto. Per codestale
ragione, l’hoggboss si è spesso autoinvitato a partecipare a trasmissioni
televisive e radiofoniche, camei nei film come quelli del suo amico Lan Stee,
pose per i calendari con la tuta di Krinimalik, interviste su carta stampata,
da pacchi e da parati e per canali di impronte digitali. Talvolta l’hoggboss
rilascia giudizi tagliati con l’accetta e disvela ai serbi appocoprofondimenti
e rivoltamenti di frittata che possono prendere alla sprovvista chi
era stato tanto fanboy da credere alle dichiarazioni precedenti. Colpi d’anca e cocciniglions Se qualcuno aveva ben compreso come che la corsa
edittoriale di Aran Cors si dovesse concludere con il numero seicentosessanta,
beh, aveva capito molto bene. Le dichiarazioni dell’hoggboss non
lasciavano spazio ad alcun margine di smentita (!) Ha cambiato idea, ma
ufficialmente è stato… frainteso! “Non è più affatto vero che Aran non uscirà più in
edicola. È stato un beninteso. Qualcuno ha riferito quel che avevo detto io, e
cioè che avrei smesso definitivamente di scrivere Aran Cors, e che ero pure
stanco, solo perché ho rivelato che sto lavorando a una nuova serie seria. Non
mi fermerò dal metter prezzi su copertine finché vivrò. E avrei intenzione di
andare in pensione, visto che ho 84 anni, ma l’editrice di A.C. è l’ultima tra
le colleghe per fatturato, per cui continuare a guadagnare ci vuole, dato che
si mette da parte pochissimo. Cosa farei una volta costretto alla pensione, sono
dipendente dal lavoro, il mio cervello non funziona alla grande, posso scrivere
una storia in due giorni, e si vede, dalle ultime, che le scrivo in due giorni”. Pax Semper Nuovo sformato per un fumetto al forno E con tutto ciò? Aran non chiude più e continua
a deludere? “Vi informo che questo Aran Cors si chiamerà Il Grande
Aran Cors detto Napoleone per due motivi. Il primo è che avrà un formato
grande, per un fumetto grande ci vuole un formato grande, il secondo è che è
diventato davvero Grande, è cresciuto! Diventerà papà, vedrete i guai! Pax Semper Tutto si distrugge e niente si trasforma Appurato ciò avremo un Aran Cors nel
formato dei… conelloidi? O peggio ancora più grande? E quante pagine in meno
avrà? Già adesso sono storie da 90, no, non pezzi da 90, novanta tavole. Facile
saperlo, con l’aumento del prezzo della carta saranno di meno per forza,
cambia formato anche per quello. Possiamo preconizzare che le dimensioni
ricalcheranno quelle classiche di Tesk e soci, albertarelliani o meno, hanno
tutto un kit, sformato male o male riutilizzato da molte casette editrici
che, oggi, anche senza il bonus del 110%, cercano di ritagliare gli spazi
altrui nelle edicole con albi tutti uguali con foliazione attorno alle cento
pagine a botta. Scommetto che il nuovo Aran avrà una sessantina … di
pagine, non di lettori, cosa avete capito! Crociera di miele Ogni tanto mi scrive qualche amico, stavolta è
ancora Neggy, che dice, vediamo, lei e Sartanik erano in gita negli Stati Uniti
… cos’è questa storia? Le hanno multate per essersi scambiate delle effusioni
nel Parco di Yellowstone? Certo che in quel parco avrei saputo io che cosa
fare, girano certe merende, no ranger signore, stavo solo prendendo nota ranger
signore, poi vado al minimarket … E adesso sono sposate, come Francesca Pascale
con Paola Turci? Ah però, dovrò far loro degli auguri, intanto sono loro ad
inviarmi le foto dalla crociera e scrivermi; si conclude così: Lenzuola La strega giovane, racchia e pelata come un uovo
è stata di parola e mi ha ricomprato le lenzuola bruciate, e ne ha pure portate
altre, visto che, ha detto, è lì che bisogna passare la maggior parte del tempo.
La vecchia acida del secondo piano ci spia, ha detto che devo smettere di dare
ordini alla mia nuova fidanzata, dice che è passata e dalla porta la sentiva
dire “Si!” più volte, ma non le stavo dando alcun ordine, semmai era il
contrario. Avevo già fatto insonorizzare la camera da letto, ma con le porte
come faccio? La giovane strega racchia intanto non vuole sentir ragioni, non vuole neanche che
la incontri bendato … Da Natalino er Balasso han messo ner conto ‘a giostra dei carciofi in umido, ma te li servono solo se te magni er piatto de cotiche co’ ‘a peperonata de Maria la zozza ner letto matrimoniale co’ llei. Ahò, è n’a cozza …
Nobel obligatorius para mi! Conte Tfracchia Quello che va con le mie morose a San Martino di
Castrozza nun s‘ingrassa. |
Aran Cors
654 – Lo sceneggiatore cattivo |
Cari lettori a sbafo e non di Aran Cors,
se avete già tra le zampe questo nuovo pessimo numero del nostro ex-fumosetto
preferito vi sarete illusi vedendo in copertina, come protoagonista della
storia, la notissima minaccia alocolica, no, alcolica, scusate, non so
nemmeno scrivere: Sbevacciuk! Un passo nel fosso I più illusi, gli acquirenti casuali e i non
acquirenti squattrinati legati ed incatenati al setigerato e mitilico periodo
dei primi settantacinque numeri, vorrebbero sapere senza attese che cosa
combina Sbevacciuk all’interno della storia: ci sarà finalmente una storia decente? Sarà
solamente l’ennesimo specchietto per le allodole? Questa era più probabile … Tirerà
le cuoia, ops scusate, le fila&fondi da bravo barattolaio dietro il bancone
del venditore? Altolà! Stoppolà! Ci arriveremo a tempo indebito. Ora
vorrei invece deporre l’uovo sulla misteriosa… Patrizietra! Illustri pretendenti Forse non tutti lo sanno ma prima di Aran Cors,
apparso in edicola con un anno di ritardo nel 1969, esisteva un altro
Aran Cors: una serie di fantascienza a fumosetti uscito nel 1961
e durato per sei numeri. L’ideatore? Ovviamente sempre il nostro Pax Semper!
Si, avete capito bene, non so un accidente ma fino ad adesso vi ho fatto
da guida turistica nella serie vantando le mie enormi conoscenze, prendendomela
pure con forumisti e youdeltuber, e siccome sono un fanboy attribuisco tutto a
Pax. Cerchiamo una fonte seria perché stavo tirando ad indovinare … ah, ecco,
questa qui, dunque, fumetto spagnolo creato da Josep Beá e Blay Navarro, in
Italia venne ribattezzato “Aran Cors” perché esisteva già il Gionni Galassia di
Benito Jacovitti; questo ed altri erano albetti venduti alla Upim. Otto anni
dopo, al momento di lanciare il biondo agente sottopagato, Pax
Semper ricicla il nome della serie di qualche anno prima! E senza ovviamente
rivelarlo ai lettori. E continuerà a stare attento a Jacovitti visto che il suo
Nonnuomo gli ispira il Numero Uno e Mezzo. Io tremo in poche parole Tremo perché la decadenza della serie è
inarrestabile. Innanzitutto, spartiti i soldi rub…em, guadagnati nella orrenda
storia precedente Aran dovrebbe avere un gruzzoletto da parte, invece è
senza un soldo, senza abiti decenti ed è persino mantenuto da Manuelle; ora, se
fai una miniserie, degnarsi almeno di mantenere una continuità interna, anziché
contraddirsi da storia a storia, è una questione di qualità minima
quando metti un prezzo di copertina. Altro richiamo dal Mesozoico L’hoggboss sta comunque offrendo citazioni
dal Mesozoico, o dal Cretaceo, a piene tasche (le nostre). Troviamo i
titoli dei numeri recenti e un po' meno fino a personaggi delle favole come
il burattinaio cattivo che, come dubitarne, può ricordare il Mangiafuoco di
Pinocchio, già citato durante un processo dalla mitomane che si
spacciava per Melissa, o Melassa, non mi ricordo se fosse una realtà
alternativa o meno, chissà quante ne ha fatte Pax. Non so più che inventarmi
per ‘sto frog, mi metterei a disquisire sul libro di Pinocchio ma la strega
racchia mi sta chiamando, io purtroppo ho lei, non la Fatina Azzurra … Tornando a Monte Rosa Scommetto che il doppelganger di Aran Cors,
pubblicato nel 1961, ha suscitato qualche curiosonità nella ormai
sconfortata mente di voi annoiati lettori, si? No, non scherzo: Pax Semper,
che mi immagino reduce da una vacanza sul Monte Rosa, ha davvero ripreso il nome di un “suo”
personaggio, di due autori spagnoli in verità, per qualcosa di completamente diverso, presentato
nelle edicole con un anno di ritardo sul previsto ed annunciato, e quindi otto
anni più tardi. Aran Cors, ecco chi mi ha fatto sbagliare, ho messo il
link al sito della Fondazione Franco Fossati, si sono sbagliati loro,
incredibile, comunque, dicevo, era un fumosetto spaziale moderno, una
miniserie di sei numeri inserita nella collana-ombrello I classici
del fumosetto, edita dalla leggendaria Editoriale Cornucopia
per trenta uscite nei grandi magazzini della Upim. Nella collana, oltre all’Aran
Cors spagnolo, anche Bucky Royrogers, Myoga la pulce, Red Crock
e Billy Biwest. Tornata alla carica Si è rifatta sentire la capoufficio racchia,
era da un pezzo che non mi corteggiava, ha detto di voler distrarsi da suoi
problemi, si, intanto però li passa a me. Siccome erano rimaste delle pratiche,
mi ha invitato a terminarle in casa sua, in modo da rispettare tutte le
scadenze. Inutile dire che quelle pratiche le dovrò fare domani (e che le
scadenze erano in realtà due giorni più avanti), visto che a casa sua non ci siamo
occupati di pratiche. La zia della strega La strega giovane, racchia e pelata come un uovo
mi ha portato da una sua zia, sempre col sistema della polvere sbattuta
a terra che fa un gran fumo. Era una strega vestita in modo medioevale (anche
quella giovane veste così, ma in maniera più aggiornata), un po' bassa,
grassottella, nasone, capelli bianchi che sembrano una scopa di saggina,
insomma, si è capito. Tutto sommato, una persona simpatica; mi ha fatto
vedere un trofeo, una testa di cinghiale appesa al muro, l’animale aveva bevuto
una delle sue pozioni una volta entrato nottetempo in casa della strega, ecco
perché pelle e pelliccia erano viola. Mi ha anche detto che lei preferisce ed
ha sempre preferito i piaceri della tavola, non come sua nipote che
preferisce il sadomasochismo. Adesso che siamo tornati a casa sto
guardando la giovane strega racchia e pelata con un pochino di apprensione … Oggi me so’ rotto la zampogna afaciandome a’
finestra de palazzo mio, vo’ di sotto a recuperalla in cortile e bonanotte a li
riparastrumenti che chissà quanto mi farà pagare. Nobel obligatorius para mi! Se non piove ma temporaleggia er pastrano se
sfalda. |
Alan Cors
653 – Questo matrimonio si ha da fare |
Cari lettori a sbafo e non di Aran Cors, rieccoci
anche questa messe di giorni alla nuova diversione, digiornata e mortificata,
del nostro fumosetto preferito: un plof a puntate rimpiazza quello cannellonico
a episodi e… la noia ed il disagio imperano! Terzo deperimento Lo abbiamo già ribaudito, lo abbiamo scoperto
noi, per i più sbandati e per i lettori ocarottonali: Aran si supernova con
una formalina editoriale modificata e, per la terza volta dopo il celeberrimativo
seicentocinquanta volte ricompratelo – uscito ultimo nella classifica dei
migliori numeri celeberrimativi, con la storiuccia ancora a centoventi tavole –
e dopo oltre cinquant’anni di danni con albi stampati e confezionati
nelle consuele pagine, la narrazione è sbobbata a novanta tavole con le
altre trenta contenenti vecchie storie brevi dell’ hoggboss. La latitanza di mani Proboscidamente sono due i malfattori che
hanno deciso sulla scelta dell’editore e, in quartis, sulla decisione di
Pax Semper. Il primo malfattore, risaputello da tempo, è la manvacanza di
una valida alternativa a Dariush Persianush, stoico disegnatore di Aran,
oltre al giupporto di Luk Bonovoxis e Alfreddo Boscaiolini:
talequalvolta i tre disegna-attori non hanno saputo consegnare le tavole in
tempo ad una imbufalita Karkadhea. Il secondo malfattore, declamato l’altro
giorno dallo stesso Semper al tg regionale della Lombardia che si è
trovato lo “scoop” senza che nessuno se lo aspettasse, è la decisione di
chiudere l’ormai irriconoscibile Aran Cors con il seicentosessanta volte
ricompratelo per potersi godere la pensione ma utilizzare comunque il
noioso tempo libero per un nuovo personaggio femminile, Patrizietra. Io tremo in poche parole Tremo a pensare che cosa ci faran sorbire questa
volta. Il Numero Uno e Mezzo trova l’ennesimo sosia coi baffetti del
nostro Aran, per giunta promesso sposo di una racchia, ma questi
sono i classici personaggi che fanno una brutta fine, come il sosia cattivo di Zigzagor,
servono solo per una storia o in questo caso una scenetta, muore subito di
infarto e non ci si preoccupa di complicare in alcun modo la trama, una
apparizione di un paio di minuti poi defunge davanti all’impassibile
Barbastraccia, che ai tempi in cui andava in Texas con le pistole nelle fondine
(Aran Cors 141) si comportava ben diversamente, ma lì lo scrittore era diverso.
La cattiva qualità della trama fa tremare, tanto è gratuito ed
affrettato il modo nel quale si costruisce la classica coincidenza
fumettistica. Comunque, era solo un pretesto per costringere il biondastro a un
matrimonio con una orrida grassona, il cui padre è superdotato
nel portafoglio, che è quello che guardano le donne. Il paterno genitore,
inconsapevole delle pessime qualità fisiche della irrecuperabile figlia,
promette una grossissima somma a chi si sposi il ciospo: il vecchio Barbastraccia
ricorre allo schiavismo e coinvolge il suo sottoposto in uno squallido
imbroglio: si finge tutore illegale di Aran e corre a riscuotere l’assegno.
Per fortuna di Aran c’è Manuelle, informata di tutto non si sa come, ma
la trama abbiamo già detto è di cattiva qualità, che in una scenetta poco
verosimile si sostituisce al prete e celebra lei il finto matrimonio! Il bullo dei classici In codesto numero Pax Semper cita Alessandro
Manzotini apri e degusta dove, nei “Compromessi sposi”, utilizza uno dei brevi
per intimorire il timoroso Don Abbacchio, con la salamelesca frase esplicitata
per i posteri: Questo matrimonio s’ha da fare, se non oggi, domani.
Capirete, aveva messo incinta la monaca di Monza … Ci preoccupiamo Non sia come sia, o come la cantante Sia, con l’annunciata
prevedibile chiusura – nel 2024 – di Aran Cors, si
chiude anche l’ultima testata pseudoumoristica con periodicità mensile venduta
nelle edicole, che poi in realtà di umorismo non ce ne era più. L’altro grande
stopposo stoppato è stato Lupo Norberto. Sembra che siano tutti
troppo snob per avere voglia di ridere e sorridere. E dire che
leggendo le mie righe dovrebbero ridere, invece mi leggono in pochi. Sembra che
la incultura sia riassunta da una serie di trucide notizie di cronaca e dalla
musica rap, trip e trap e cra cra crap. C’è molta tristanzuolità in tutto
questo. E, del resto, basta dare un’occhiata alle serrande forzate delle
edicole: il fisco cerca di prendergli i soldi in ogni modo, e ce ne sono
sempre meno sul territorio arancorsale e, quelle ancora aperte, poco spassosamente
hanno orario ridotto, quando c’era lui arrivavano in orario, e ci sono pure oltre
alla carta prodotti per pervertiti da “piercing”. Vogliamo assolutamente piantarla! Altra lettera che mi è arrivata con foto di
viaggio, che gentili, stavolta tocca a Quinto Alessandria, leggiamo: “Vogliamo
assolutamente il nuovo indirizzo di GXT, sono andato dove abitava il
canale televisivo con un mazzo di fiori, ma mi han detto che non c’era più,
allora sono andato a cercare gli sport estremi in giro per il mondo, però mi
han detto che negli stadi si paga il biglietto, eh, e si, scusate, io avevo speso
tutti i soldi per l’aereo, eh, allora mi sono messo a scattare foto in giro con
la mia macchina fotografica che era già pagata, booooh, era già pagata? Si, mi
sa di si, ce l’ho qui, ho fotografato delle belle cose ma non gli sport
estremi, e sto pure tornando a casa a piedi e clandestino sulle navi perché non
ho i soldi per l’aereo”. Ma la piantasse di fare ‘ste cose. Il pazzo ed il pendolo La strega giovane, racchia e completamente pelata
mi ha detto che una bella ragazza come lei meriterebbe più attenzioni, e
potrebbe avere un sacco di ammiratori. Pur riconoscendo la bugia ho
acconsentito ad essere più affettuoso, alchè lei mi ha slegato ed ha
staccato la corda dal soffitto. Mezz’ora a penzolare, mi sembrava di essere
diventato un orologio a pendolo. Vabbè, ogni promessa è debito, specie con una
amante focosa, eccomi, stacco dalla scrittura … Il fumosetto è morto? Lunga vita al portafoglio! Adesco Anna pe’ farme co’ lei ‘na magnata de
fajoli da Natalino er scansascontrino assieme ar Conte Sbaglio Ripeto: in tre
famo ‘na sinfonia de ciccioli, fagioli e cotiche. Nobel obligatorius para mi! Conte Tfracchia L’acqua arovina la carta e er vino pure. |
Aran Cors
652 – Bisogno o trisogno? |
Cari lettori a sbafo e non di Aran Cors,
per tutti gli ormai ridotti amanti del geografico gruppo J.L.S. nella
sua formattazione e inettitudini originali, c’è una gravosa notizia: lo
scalcagnato, sordo e grigio manipolo di agenti sottopagati è tornato ad
illudere i lettori! La R.I.P.artenza I nostalgici dell’Aran di Semper-magna-Magnificus
sono tanti, tantissimi, tutti dei quali riecheggiano non il Coro dei
pompieri dei fratelli De Angelis (bon-bonbonbon-bonbonbon …) bensissignore un coro
dei cerberi lamentosi dei bei tempi purtroppo andati, quando questa serie
superava giustamente le centomila copie vendute. Nel 2023 l’hoggboss ci
ha sformato un’informe sorpresa: una bipartenza con tutti i crisantemi
del caso, dove il nostro Aran non ha ancora messo piede nella base scalcinata
del gruppo e vive sotto il terrazzo affittato dalla racch… ehm, racchissima
Besciamellie! Il mio regno per una bistecca di cavallo Ci avevate mai messo il naso? Eppure la dissonanza
è imperfetta: Besciamellie potrebbe benissimo essere il nome di un
ingrediente per un piatto con cui cercare di sedurre una bella cavalla. E
infatti, la racch… ehm, orrenda innamorata di Aran stona sempre quando
gli canta la serenata: il nitrire è uguale. E, scommetto, quando il
mitico Magnificus ha trattineggiato la fisiologia della primitiva
spassosimante del biondo coprotagonista dell’albo, si è per davvero
ispirato a un cavallo. Magari, un giorno, l’hoggboss ci rivelerà particolari
in merito inventandosi tutto come al solito. Besciamellie con la coda tra
le gambe poi è quello che ci vorrebbe, eh! Io tremo in poche parole Tremo perché stan facendo vedere la differenza
con le prime storie, e fan capire che all’epoca c’erano uno o due scrittori
fantasma (“ghosts”). Propersegue quella che, a nessun effetto, sembra una proposta
alternativa delle aborigini del gruppo J.L.S., scaricati in una ennesima realtà
alternativa che peggiora l’originale e dove, più che agenti sottopagati, i
nostri sono dei malfatti ladreschi malguidati dall’unnopresente barbastraccia.
Nel mezzo girano sulla giostra Aran e Manu, che cominciano a
frequentarsi passando subito alla fase dei guai, ma non ancora
andycappianamente uniti dal vincolo matrimoniale. Siccome non c’è fine al
peggio, la durata della storia è scesa a novanta tavole, abbandonando
dopo decenni le consuete centoventi, e il bisticcio sbobbato non a episodi
autoconclusivi ma con una noiosissima miniserie a puntate. Il falso significato dei sogni Pax Semper, veterissimo
della parola malscritta dentro i cumulonembi di un fumosetto e non solo, ha
spesso buzzicato dalle controparti del sogno, specialmente in Aran
Cors, colmando di cattivo grado la scarsezza di idee con continue realtà
alternative e dimostrando come il confine tra scrivere una storia e
scrivere un riempitivo sia davvero fragile. I sogni hanno un significato!
Lo diceva già Sigmund Frigidoid, ci ha pure scritto un libro, me lo devo
rileggere che l’altra notte ho sognato di fare una cosa a tre x con la mia
attrice preferita in cima alla Tour Eiffel, poi arrivava Macron vestito da
gendarme e ci condannava ai servizi sociali, ossia andare in giro a promuovere
il libro di Bruno Vespa. Nel Grande Oriente si dice che i sogni siano
dei telegrammi che il nostro sottoconscio rivolge a noi codestessi. Come
scusa? No, è la strega che vive qui con me, ha detto che mi può aiutare con i
sogni, con la magia, ed ancora meglio stanotte senza magia con le tre x. Uomo magnatopi L’uomo magnatopi è uno dei variabili pseudonimi utilizzati da Sigmund Frigidoid
per imporre l’anonimato dei suoi pazienti. Questo aneddotico paziente,
l’uomo magnatopi per l’appunto, sognava continuamente pantegane a cui
cercava di attribuire delle ricette. Ma, in simbiosici, cos’è un sogno per Frigidoid? E tra otto albi TUMP… Sulcis in profundo, per usare una locusta del latino tanto gradito all’hoggboss – ma
nel caso specioso sarebbe più inappropriato un In cauda caudillo – tra
otto numeri Aran Cors DIVENTA UN RICORDO. Cartoline virtuali Mi scrive Neggy, che è in gita di piacere
assieme a Sartanik, girano qua e là, e mi allega anche alcune immagini a mò di
cartolina, fotografie, autoscatti, dove se lo sono fatto ‘sto “selfie” … sono fianco
a fianco, abbracciate e sorridenti davanti ad un ossario, Neggy regge il
cellulare … dice che secondo loro tutte quelle ossa creavano l‘atmosfera
ideale. Io ed il drago La strega giovane, brutta e pelata come un uovo
voleva portare in casa un drago; io mi sono opposto perché è materiale
infiammabile, e poi il condominio non vuole. Allora lei ha portato me
dal drago: ha buttato a terra una strana polvere colorata che ha fatto un gran
fumo per tutta la stanza, e quando si è diradata non ero più a casa mia ma in
un posto che sembrava uscito dal medioevo. Il drago era lì di fianco,
grande quanto un cane, e la strega mi ha dato delle salsicce per dargli
da mangiare. Glie le ho messe nella ciotola ma una sono riuscita a fregarla e
mettermela in tasca. Dopo che avevo pure versato l’acqua nella ciotola la
strega mi ha riportato a casa nello stesso modo di prima. Me so messo a scolà du‘ otri de vino der mi papà
pe’ famme diventà la faccia rossa senza abbronzatura. Nobel obligatorius para mi! Conte Tfracchia A insegna’ a scuola all’asini ce ricavi solo er
pranzo in panza. |
Aran Cors
651 – Sangrìa qua, sangrìa là |
Cari lettori a sbafo e non di Aran Cors,
siamo a quello che è stato definito un giro di bavosa; le bavose sono
dei pesci ossei noti anche come Bienniidae. E la predazione ha anticipato
l’enigmista: da qui niente cambia ma tutto si distrugge. Ci sono effimeri
cambiamenti in svista per il nostro albo ex-preferito? Un riassunto approfondito Nello scorso inutile numero, quasi a rimarchiare
le ignote logiche che animavano questo seicentocinquantuno, Pax Semper
ha sbobbato un intrico narrativo che depercorreva tutta la vicenda
arancorsiana sin dal suo esordio disastroso in edicola, sufflémandosi sul
cosiffatto periodo di bronzo dei primi settantacinque albi e arrivando alla
decadenza più recente. Uno spartibrodi che ha preparato il terreno per la
novità. Scosse elettricone È decesso in quella occasione poco leggendaria,
la morte del Numero Uno e mezzo, inseguito dai dati di vendita che in
seguito hanno pure fatto apparentemente defungere l’intero gruppo J.L.S.;
trovate ad effetto entrambe create ad coc per dare una risollevata alle
vendite oramai raffreddate a temperatura ambiente, stimolare i lettori
verso un nuovo motivo per far calare i soldi in portafoglio e richiamare
l’interesse su uno dei più
clamorosi casi di decadenza del panorama editoriale italiano
e non solo. Sangrìa qua e là Ispirandosi al romanzo di Versailles Hylton, Eredità
perduta, l’hoggboss ci propone una sua personale versione di Sciangrillà,
e la ribattezza Sangrìa qua e là. Nel romanzo della ormai ex-ereditiera
Hylton si tratta di un luogo inventato, dove il tempo segue le
logiche cinematografiche e dove si prepara un drammone un po' pacchiano con
la scusa della cultura orientale e dei luoghi esotici. Accadrà la medesima
cosa al gruppo J.L.S.? No. Io tremo in poche parole Tremo a vedere come è ridotta la testata. Sua
Eccedenza il Numero Uno e mezzo trascina l’intero gruppo J.L.S. in
un viaggio verso quella che ritiene essere, lui che fa sempre l’avaro ed ai
suoi uomini dà degli spiccioli, altro che portarseli in vacanza, una interessante
meta turistica: Sangrìa qua e là, un posto dove si beve molto bene. La
trama però non si evolve in questo senso, e salvo rivelazioni finali, si rivela
la solita dimensione alternativa preparata dall’ennesimo pretesto, ma se
non sanno scrivere neanche la dimensione solita, figuriamoci quelle
alternative. La strada diretta a Sangrìa qua e là, quella che dovrebbe
servire per le gite fuori porta (in senso contrario ovviamente) scompare mentre i nostri ribaldi eroi se la fanno a piedi senza riuscire a raggiungere una lontana cittadina. Ben presto, si
rinuncia ad una qualsiasi originalità della trama e il gruppo J.L.S.
sembra, con un presente senza futuro, piombare in un trapassato remoto sino
alla fondazione, Manuelle incompresa, visto che non è nemmeno fidanzata con
il biondo Aran, il bello Aran … . Lettore avvilito Eravamo stati avviliti dal trefiletto in forno,
no, in seconda di scopertina del seicentocinquanta: un giro di bavosa
dopo il quale niente sarebbe cambiato. Oggi non ne sappiamo di più. Pax
Semper ha rigirato la frittata annullando decenni di storie
per resettare la trama sino alle origini, quando Aran era soltanto un inquilino
moroso solo in senso monetario e non sentimentale, ancora sconosciuto, per
sua fortuna, all’accozzaglia di agenti segreti, e nel passaggio da due cozze
all’accozzaglia non so se Aran stesse peggio prima o dopo. La presenza di Manuelle,
ancora non ufficialmente incapricciata di Aran, offre invece una scandalosa
mancanza di fan-service! Rifacimenti e rifacimenti gnius Con l’apparente ritorno del gruppo J.L.S. alle
aborigini, ritroviamo un Aran Cors con una pessima veste:
dopo 54 anni di albi a centoventi tavole, senza mai passare a spillatini
a colori, la scemeggiatura s’interrompe adesso a tavola novanta, ma si
fa fatica a riempire la storia lo stesso! La trama ci offre trenta tavole
in meno, probabilmente per consentire a Dariush Persianush un recupero
dalla slogatura al polso. Le pagine rimanenti sono occupate da materiale
riesumato dai cassetti, prodotto dall’hoggboss e già pubblicato, a
grandezza decente contrariamente ad adesso, su riviste come Ùrkala. La
pagina predazionale è curata stavolta, ma pure per le prossime, da Raffaella
Valsecchi, attuale editrice-in-chief. Il Bergerano Lodato da molti lettori della cosiddetta zoccola
dura, em no, quella è una che voleva sapere qualche notizia della
massaggiatrice e della trans sue amiche, della base dura e pura, ecco, così, il
Bergerano, bracco brocco italiano che appare nel numero diciotto di Aran,
è basato sul quadriciclopede posseduto da Grazia Maria Pannellini, all’epoca
mezza tuttofare (indovinate chi teneva l’altra metà) della focosa Editoriale
Cornucopia, casa editrice che si è salvata, dopo avere chiuso i “neri” e
licenziato i disegnatori, pubblicando la saga arancorsiana, almeno finché non
sono riusciti a rovinare tutto anche lì, anzi quando hanno chiuso Kriminalik e
Sartanik si erano già giocati anche Magnificus, quindi l’abbandono del
disegnatore potrebbe essere una concausa della chiusura delle due testate ed
avere minato praticamente subito anche Aran Cors, che però ancora resse fino ad
altri fatti ancora. Il Bergerano si è rivisto brevemente nel celeberrimativo seicentocinquanta
volte ricompratelo. Un invito invitante La mia amica massaggiatrice e la mia amica trans
mi hanno scritto dicendomi che quando scadrà il foglio di via e potranno rientrare
in Italia mi faranno una visita di cortesia ed erotismo, alché gli ho telefonato
obbiettando che ho una nuova donna in casa, e loro mi hanno risposto che
potrò andarle a trovare al loro nuovo indirizzo, e la prima visita sarà pure gratuita. La cucina verde La strega giovane, racchia e pelata continua a
credere di essere mia moglie; avesse almeno un bel corpo, manco quello.
Comunque, finché rimango oggetto delle sue brame amorose non è che in fondo mi
vada malissimo, sono i pasti il problema. Da brava strega cucina di
tutto, con ricette da far venire i brividi, e non so mai quello
che mangio. L’altra sera dopo mangiato mi è venuta tutta la pelle verde,
ed alle mie proteste ha risposto che l’effetto doveva essere proprio quello.
Comunque il mattino dopo ero di nuovo normale. Sefalsino ‘er Grappeggia ha incontrato Beppe Mobilerotto
e han dato via a ‘na svendita de tarli … Nobel obligatorius para mi! Conte Tfracchia
Scozia o Catalogna, si suona la zampogna. |
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