Rob Crock |
Cari lettori a sbafo e non di Aran Cors,
se c’è un personaggio del gruppo J.L.S. che più di ogni altro ha
raccolto sfavori ed antipatie tali da far rimpiangere i più odiati, questi non risponde
al telefono, per cui facciamo noi il suo nome, il più iracondo, scalognato in
agrodolce, baruffatore e piantatore di melagrane di sempre: Rob Crock! Donaldo Ocarottino? Nel pazzo mondo dei cartoncinoon e dei fumosetti
è quasi scontato e con l’IVA evasa immaginarsi di essere quei personaggi bersagliati
dalle misavventure (i personaggi dei fumetti in genere sono un po'
misogini) e disavventure nelle quali la malasorte si calamita su di loro
come su un bersaglio magnetico. Ne sa qualcosa Ocarottino, scalognato sanguemisto
papero-oca irriducibilmente divanista e vezzosamente intento a leggersi per ore
un quotidiano in poltrona, uscito dall’immaginario collettivo dopo essere stato
soppiantato da un altro simbolo del “vorrei poco ma posso niente“. Rob
Crock, comparso su Aran già dal primo numero, prima della
malattia che gli ha ingrandito il naso, segue con la sua lente d’ingrandimento
le orme delle figlie della sua ex-padrona di casa, che contrariamente al caso
di Aran lei le figlie ce le aveva carine, ma siccome è perseguitato dalla
scalogna loro non se lo filano e non c’è modo di arrangiarsi. Cercare di andarsene Se Aran è prodistinto da un carattere imbranato
e sprovveduto, il nasuto Rob è il suo esatto composto. Tappissimo,
iracondibile, figlio di un gangstarap e gemello di tre fratelli al servizio
della malavitosità, vestito di una mantellina blu gallese che ricorda il
Dottor Watson e con pantaloni perennemente con segni di morsi di cane sul
didietro, l’agente sottopagato del gruppo J.L.S. tenta soveratamente di emulare
se non di fregare il Conte Onions nelle sue imprese raggiresche.
Ma se il Conte può essere rilasciato con la condizionale a causa di una conclamata
ed accertata cleptomania, il povero Rob punta soltanto a dimostrarsi
alla bassezza nell’arte della truffa, salvo poi finire puntualmente
scoperto come Billy il bugiardo. Carriera fulminata L’indole di Rob appartiene alla
caratterizzazione che han deciso di dargli dopo i primissimi numeri, dove
ancora sembrava un agente vero, per poi trasformarlo in uno travolto dalle conversità
del fato fatato. Sin dalle prime storielle su Aran, il pubblico si immedesima
a malapena nel proboscidato agente sottopagato – ritratto cubista
del suo stesso, come stabilito dalla sentenza ed è persino poco, creatore
grafico Magnificus -. Quando c’è Rob si ruba, sembra una vecchia
battuta sui socialisti. Numerosissime sono le scopertine che gli appioppano o da
solo o in coppia con il biondo cotitolare dell’albo. Inizialmente tra i componenti
più efficienti del gruppo J.L.S., adesso non è nemmeno un componente di
Jeeg Robot d’Acciaio, la sua preoccupazione più grande è quella di riuscire
a vendere qualche lunario per poter trovare qualcosa da mettere sotto i
denti. I tremebondi ragazzini Distretto per esigenze di copione a probabili fallimenti
– nel numero ventiquindici viene scambiato da un paguro per il suo cucciolo ed
afferrato con le chele, gli tocca uscire dall’acqua di corsa – a lottare inutilmente
per superare l’andycapp della statura nanerottola e del naso proboscidato,
uno dei momenti più scontati e ripetuti della serie, oltre alle melenni diatribali
con la Ascesside e Geremiccolo, è quello della lotta con i delinquadolescenti
del rione che durante le ferie natalizie, derubata la scuola nottetempo,
fanno ostentamente bersaglio il nasone dei loro cubi di neve, spesso fatti
fregando la neve dai pupazzi di neve. Diretti rovesciati sui binari Rob è anche il
più sopraccigno e irredimibile difensore dei diritti degli agenti del gruppo
J.L.S. Se si tira sempre indietro di fronte alle missioni rischiose affibbiate
dal capo supremo Sua Eccedenza Il Numero Uno e mezzo, è altrettanto scontato
che il nasone Crock cerca in ogni modo impossibile ed inimmaginabile di farsi
pagare i compensi promessi, pur scontrandosi con la taccagneria cronicizzata
e insuperabile del suo supervessatore. Tra i doveri di Rob c’è,
soprattutto nei primi due periodi della serie, anche quello della missione escrementini:
si occupa di portare al guinzaglio il Bergerano, cane brocco italiano –
caricatura del cane appartenuto a Grazia Maria Pannellini, somma
revisora dell’Editoriale Cornucopia – cane che spesso trascina Rob per
la strada facendolo somigliare ad un treno che deragli dai binari. Involuzione straordinaria Unico membro del gruppo J.L.S. ad avere un
riscontro tale da consentirgli una breve e sfortunata collana tutta sua, mentre
invece Aran ce l’aveva già in partenza, nel 1996 Rob Crock ruba una collana
mantenuta per quattro numeri, poi la serie chiude e la deve restituire.
Oltre a restituire una serie di immagini promozionali quali: manifesti, adesivi
e vari oggetti di regalabigiotteria più o meno ignoti e smerciati poi dalla 1000Volte Peggio Publishining. Se nei primissimi
episodi di Aran Cors i suoi tratti somarici sono molto realistici, negli
anni le sue sembianze assumono fattezze cartonanimatistiche pensate
dallo stesso Magnificus. Rob oggi Con la temporanea malapartita del gruppo
J.L.S., il nostro Rob si ricicla seguendo la carriera musicale dei
suoi famigerati fratelli in un crock-tour di effemerida durata. Scioltosi
il gruppo, l’ex agente sottopagato torna a dissociarsi dalla compagine rimessa su
da Sua Eccedenza con sede a Los Diables, dopo che Aran e Manuelle
hanno destrutturato l’originaria base nel negozio di fiori facendone una agenzia
investigativa sulle coppie, così Aran scopre da solo quando Manuelle lo tradisce con delle donne. Tornato a Old York come gli altri, Rob,
per racemolare un racemolo nonché il necessario per vivere, disdegna di
offrirsi come supporto ad Aran&Manu divenuti nuove colonie
della mancanza di idee in una testata, però finisce col collaborarci lo
stesso se no non lo disegnano. Quando il sole del culturismo batte in basso, i peracottari
hanno l’aspetto di infinocchiatori, dice Karol Krautywa … Margarinot nuziale Mi scrive la moglie brasiliana di Margarinot (ma
come, esiste veramente?? Ma allora se lei … dunque … vabbè!), in relazione a
quanto ho scritto due editoriali fa, e mi conferma che si, loro sono una
coppia, o meglio sarebbero perché Margarinot non si fa vedere da tempo, si,
hanno adottato un bambino che vive tuttora con lei, si, sono due donne, nessuna
delle due è una trans come quella mia amica, si, sta aspettando da un pezzo il
ritorno di quella disgraziata (leggo quel che c’è scritto), e chiede il mio aiuto
per rintracciarla. Strega per (suo) amore La stregaccia giovane brutta e pelata come un
uovo è spesso in cucina a rimestare in un pentolone, si levano dei fumi strani,
colorati, quando tutto si è raffreddato assaggia e di solito beve qualche
sorso; mi dice di non toccare e non bere quella roba, ed è l’unico caso perché
come ho già detto ogni cosa che cucina la mangiamo assieme, così quando frigge
le code di lucertola tocca mangiarle anche a me, ci metto la salsa di soia …
per mangiare qualcosa di decente mi sono messo a preparare qualcosa io, ieri ho
preparato del risotto allo zafferano, e le è piaciuto talmente tanto che mi ha
portato in camera da letto fino al mattino successivo, così sul lavoro mi
addormentavo. Nobel obligatorius para mi! Conte TFracchia Nun se sanrema er cantaro. |
Aran Cors 650
– Fiesta grande grande |
Cari lettori a sbafo e non di Aran Cors,
magari eravate scettici eh? Forse vi sembrava un traguardo poco distante? Che
non ci saremmo nemmeno arrivati? E invece eccoci qua: il seicentocinquantesimo
numero di Aran Cors appena sfornato e pronto in pizzeria (tanto oramai
ogni storia è una pizza) per essere degustato (gusto legacci da imballaggio)! Longevo oltre ogni altro Il nostro Aran ha superato da tempo
immemore tutti i precedenti personaggi sfortunati usciti dalla biro di Pax Semper.
Kriminalik, il più ossidato, è stato sfruttato sino al numero
quattrocentodiciannove volte ricompratelo, ma è durato “persino” dieci anni. La
roscia del diablo Sartanik, pur glitterando i due palustri in edicola
del suo gemello nero african, si è fermata a quota duecentotrentuno volte
ricompratelo. Insomma, Aran Cors ha surclassato i suoi maestri! Chi ci crede? Solo io Tra incomprensibili alti e bassi in oltre cinquant’anni
di vitaccia editoriale, pur scontando tiriterature ben differenti dal
periodo d’oro placcato dei suoi momenti in attivo, Aran Cors e il gruppo J.L.S.
sono ancora oggi una presenza mensile scostante e noiosa. Tolto Lupoi
Marcello, ormai da mo’ fuggito dalle edicole, Aran resta un illusorio
effimero ballabiliardo del sorriso che ha subito tempeste e acquaraffazzoni,
senza mai ritrovare la rotta finendo col naufragare. Demerito senza dubbio di
un crostaceo e confabulatore Pax Semper e di una instabilità grafitica
offerta dalla mano bendata per il troppo lavoro di Dariush Persianush. Amascord La curiosonità che alberga nelle testoline di
tutti coloro che seguono e seguirono Aran Cors nella sua corriera
editoriale è piuttosto legittima: che cosa ci viene sbobbato in un numero
celebrativo così poco importante? Io tremo in poche parole Tremo al pensiero di cos’altro succederà nella testata.
Pax Semper tratteggia una rappresa rappresentazione teatrale le
cui redini sono stancamente nelle grinfie di Sua Eccedenza. Quante
pagine mi occorrebbero per ricapitolare l’intera serie di questo fumosetto nei
suoi cinquantaquattro anni di storie in calando? Arrivo prima alla
capitolazione! Forse per l’hoggboss, che si è fatto scrivere Aran sin
dal primo albo uscito nel secolo scorso, sono insufficienti le canoniche
centoventi pagine. Infatti riprende solo il “periodo Magnificus”,
continuamente ristampato, con relativi incassi da royalties, saltando
tutto il resto sino al matrimonio con Manuelle. Basta questo formato per
ripescare tutti i personaggi stipite della lunga Poppea del gruppo
J.L.S. Dai più dimenticati ai meno recuperati, da quelli fatti fuori a
quelli stravolti. In grande spolvero Il prode Dariush Persianush è qui in grande
carico di lavoro, riesce a caretterizzare, oh oh oh, per la Madonna dell’Incoroneta,
caratterizzare, un’enorme quantità di figuranti, mal
rappresentati nel singolare albo, anche se sono scritti male sono rappresentati
con efficacia dal veterano Big Persianuk che mette la sua mano
slogata da ore di lavoro totalmente al servizio di protagonisti storici
validi e nuovi sciapi. L’attenzione della storia comunque, lo ribaudisco, l’ho
scoperto io l’ho scoperto, è in gran parte dedicata al percorso grafitico
tracciato dall’indimenticabile Magnificus al quale, in maniera riconoscente
visti tutti i soldi che gli ha fatto guadagnare, e senza nessuna riconoscenza verso
gli Eredi Magnificus vista la causa (vinta) che gli hanno fatto in Tribunale, Pax
Semper rende obbligatoriamente onore. Lettore avvisato tramezzo salvato … Gnam gnam, ho preso un tramezzino al supermercato
… la strega non m’ha visto, per fortuna, dice che ogni pietanza la dobbiamo
mangiare metà per ciascuno, e quella mangia pure scolopendre al forno … In seconda
di scopertina, dove notoriamente è presentato un trefiletto con rosmarino
del prossimo numero, la predazione avvisa: È un giro di boa stile America’s Cup, da qui niente
cambia ma tutto si distrugge. Al momento non ho l’immagine di scopertina, grrrr,
solo il titolo: Sangrìa Grigliata E mo’? Cosa mi attende per le future spese in edicola? La giovane strega brutta e pelata, che è venuta
da me dicendo di essere la mia nuova fidanzata, ha un gusto molto medioevale
nel vestirsi, così quando usciamo assieme la gente ci guarda in maniera
strana. Con la trans e la massaggiatrice non c’era questo problema, si stava sempre
in casa, loro facevano tutto tra quattro mura. In più, non avendo la strega
un solo capello in testa, mi è toccato comprarle tre parrucche, se no
quella se ne sarebbe andata in giro con certi cappelli alti alti con una
cintura tutt’attorno. Ha una pelle candidissima, io la chiamo Pelle di Luna,
e lei mi risponde che la notte mi farà vedere le stelle. Se quel letto
matrimoniale potesse parlare direbbe: “Sciopero!”. Mo’ vado a pagà Sefalsino ‘er Grappeggia per la
grappa sofisticata con li additivi con la solita dose de fagioli sott’olio con
chiodi di garofano …… Nobel obligatorius para mi! Conte Tfracchia A vorte pure ‘e postini si danno n‘a mossa. |
Margarinot |
Cari lettori a sbafo e non di Aran Cors, i
riflettenti di questo frog sono puntati sempre sui protoagonisti della
storionica testata di Pax Semper. Ma c’è una personaggia che oggi, a ragione,
talvolta viene scordata e alla quale il biondo Aran deve pochissimo: Margarinot! La super spina Non è un caso se Margarinot conquista
l’appelapatativo di super spina. È infatti lei a creare tantissimi
grattacani, sin dalla prima storia, al disastroso nuovo agente sottopagato del
gruppo J.L.S.: il giovane Aran subisce inevitabilissimamente il fascino
discutibile di questa volpina fennec fanale. Margarinot ha
tutte le caratteristiche del personaggio da goldenage del Giallo Mondadori: bugiardina,
trafficona, furbastra e truccata. Un’originale violaciocca
bianca tra i capelli blu, no, nunmereggaeppiù, neri ne contraddistingue la
chioma già vistosa di suo. La maliardosa super spina nel fianco
caratteristizza le prime due storie della serie e riscompare con una
notevole frequenza (Uhf o Vhf?) durante la gestazione dei primi settantacinque
numeri, oltre che nelle fasi di “ghost-writer” successive. Sempre un passo indietro Nel suo lavoro di super spina, Margarinot
è imparagonabile. Si trova sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato
e non esita ad utilizzare le sue grazie femminili per sedurre, ed
abbandonare prima di arrivare al dunque, gli sproascoltati componenti del gruppo
J.L.S., Aran per primo, senza rinunciare a togliersi lo sfizio di farsela
anche con lo spiantato e collerico Rob Crock. In una storia, Margarinot
riesce persino a farsi credere la fidanzata del proboscidato agente ed a
fare intrusione, fregando i colleghi nemici del J.L.S., nel covo assai
poco segreto del gruppo, battendo sul tempo Prigozhin sempre ansioso di
dare l’assalto a tutto. Archeopteripo femminile Nel fumosetto degli anni sessanta, la figurante
femminile appare come un elemento decorativo come un soprammobile
di ceramica, difatti attualmente le donne le disegnano a forma di anfora,
e, in quasi tutte le occasioni, le storie sono basate sul salvare la bella dal
cattivo anche a costo di fermare il treno sui binari e far ritardare i pendolari,
e la bella è mancabilmente prigioniera di quello che deve buscarle dall’eroe.
La donna è rappresentata mobile, qual piuma al vento, facilmente muta
d’accento anche circonflesso ed ovviamente innamorata del protoagonista virile,
anche se magari è senza un occhio e fuma la pipa. Pax Semper fa parte di una scapigliatura molto differente dai pelati che li
hanno preceduti. Il suo archeoptipo femminile è del tutto diverso
rispetto alla Norma del Bellini. Mefitica e spiedata Amante dei neri, il coautore di Aran
Cors inserisce già in partenza, per imprimersi nella memoria dei
lettori, una coproprotagonista sopra i quadretti nella sua nuova serie. Margarinot
è figlia di quel retaggio pescatorio imposto dalla strega Sartanik,
fumosetto di insuccesso precedente ad Aran e stavolta scritto per davvero
dall’hoggboss, e si dimostra inequivocabilmente una donna ignara
dell’esistenza degli scrupoli, spiedatamente meccanica, indisposta a
qualsivoglia compromesso sposo per raggiungere i suoi obbiettivi poco obiettivi.
Della figura della damigella in pericolo, tipica di almeno sei decenni
precedenti, Margarinot non ha nulla, per forza, è una dei cattivi, non
una dei buoni, strano che questo mi sfugga, come se Crudelia Demon dovesse
essere valutata come una giovane promettente … aspetta, mi sa che questo
l’hanno fatto … comunque, dicevo, Margarinot converte gli schermi con la
forza delle sue ultime apparizioni in topless o senz’abiti direttamente. Un bel visino La super spina diventa una spia nel naso del
gruppo J.L.S. che incrocia le dita quando la incontra per strada. Tanto da dare
grattacapi e far toccare il fondo anche alla mente laburista di Sua Eccedenza
il Numero Uno e Mezzo, costretto a parare i colpi con strategie copiate
dalle biografia di Napoleone (a Pax Semper piace molto quel periodo), spesso
raffazzonate, per non fare una brutta fine una volta che sia stato
trovato dal bel visino di Margarinot. Solo un colpo di scalogna, non
dei nostri eroi ma di Margarinot, permette infatti ad Aran e soci di salvare
la segretezza della loro lussuosa (uh!) sede: Margarinot ha
una caduta fortuita dalle scale della cantina, pensate, chissà cosa avrebbe
scoperto se l’avesse ispezionata per bene, scheletri, tesori, “war bonds”
dimenticati lì da Sua Eccedenza e Tobita Quantrahashi, e perde, fino a nuova
svolta narrativa, la memoria. Al giorno d’oggi non è più segreta manco la casa
del N.1 e ½, si presenta in commissariato la sorella a svelare la locazione ed
arriva l’Ispettore Scars ad arrestare in casa Sua Eccedenza, si vede proprio
che le storie le scrive qualcun’altro. Gabbati uomini Come detto e stradetto, Margarinot ha vita
facile con il prevedibile e seducibile Aran il quale non riesce, molto
aiutato dalla sfortuna, ad arrivare al dunque durante i loro scontri. Sorte identica
tocca al povero Cristo Rob Crock, abilmente bidonato senza
arrivare al dunque da un angelico travestimento della super spina che
riesce a fargli girare la testa. Il Numero Uno e Mezzo, capo
discusso & discutibile della banda, si vede obbligato a raschiare il fondo del
barile delle proprie risorse tattico-strategiche (di solito travestirsi
come il cattivo per farlo uscire allo scoperto) per contrastare la bellissima
super spina. Male o male, tutti i componenti maschili del gruppo J.L.S.
sono seriamente appassionati quando c’è nei paraggi Margarinot,
ma lei non si concede. Il teatrino di Tobita Pax Semper, attraverso Tobita
Quantrahashi, compagno di ruberie del Numero Uno e Mezzo, imbastisce
delle recitelle teatrali con oggetto i grandi copiati della letteratura.
Porta sul palcoscenico il Nutello, I merenderi, La girella di Toro
Farcito e una corta serie di altri spettacoli sfruttando il gruppo J.L.S.
e alcuni comprimari nelle vestaglie di attori, riprendendo il numero novantanove,
Brodagliaway, tanto caro se comprato dallo stesso Semper. Protoagonista
femminista della maggior parte delle rappresentazioni è proprio Margarinot,
visto che fino all’arrivo di Manuelle di donne nei paraggi non se ne
vedevano molte, per cui si doveva arruolare per forza Margarinot. Attenzione alla ricorrenza La scaltra Margarinot ha campo coltivato
a peperoncino per molto tempo, e lo usa per poi offrire cibi afrodisiaci,
ma dopo i bruciori di stomaco nessuno accetta più i suoi inviti a pranzo.
Talvolta finisce messa nel sacco assieme ad un gatto, specie se c’è il Trap
nelle vicinanze, ma riesce sempre a svignarsela in qualche maniera.
Scompare vestita e riappare svestita in occasione di delicati numeri con
fan-service, lavorando per infidoni stranieri o semplicemente per poter pagare
il mutuo. Tutto ciò fino alla comparsa di Manuelle: la parigina, dapprima
fidanzatina e poi sposona di Aran, non ha gli stessi sbavamenti
maschili nei confronti della super spina, sono semmai certe donne a sbavare
per lei ma la cosa la infastidisce, e affronta Margarinot, finora, stranamente,
in una sola storia. Prima del viaggio di nozze Nelle storie antecedenti il numero cinquecento
volte ricompratelo, soprattutto nelle prime storie nelle quali Aran e
Manu si dividono il menabò, fanno le loro presentazioni molti dei cattivi
tradizionali del gruppo J.L.S. . Manuelle si dimostra alla bassezza
di ognuno, inefficace, incantata ed imbambolata. Questo
perché le storie recenti non sono certo memorabili. Lo scontro con Margarinot
non fa eccezione e, come era prevedibile, la super spina, in maniera
impietosa, perde la sfida, dopodiché si consola con una brocca di birra alla
spina e si unisce ad una banda di aviatori per dare la caccia ad un piccione.
In attesa di una noiosa rivincita è bene ricordare di non sopravvalutare
Margarinot. Potrebbe tornare dopo decenni come Sbevacciuk e lasciare, viste
le storie recenti, tavola 120 senza che sia successo niente. Le microspie da mettere Come ho già avuto modo di ricordare, ho
incontrato anche Margarinot in quel bel posto dove mi recavo ogni
tanto incontrando il J.L.S., e trovavo una donna molto disponibile,
tanto che dopo Manuelle e la mamma di Peppa Giosafat era la mia preferita. Un
giorno successe una cosa strana: di solito ero io a dare soldi a
Margarinot, ma stavolta me li offrì lei. Voleva che mi recassi nello studio di Pax
Semper e vi nascondessi delle microspie, ma io le ho spiegato che
fin lì non mi fanno arrivare, anzi, alla casa editrice posso recarmi solo in un
ufficio al piano terra dove vendono gli arretrati, oltre non possiamo andare né
io né altri. Lei ha commentato che quello lì è corazzato, io ho chiesto se
c’era qualcos’altro che potevo fare e lei mi ha risposto di si. E così la volta
dopo mi è toccato regalarle un gioiello comprato a mie spese. La strega e gli ussari La strega brutta e senza capelli, quantomeno è
giovane o ringiovanita, almeno quello, si è insediata a casa mia e non se ne
vuole più andare. Ha detto che dobbiamo vivere more uxorio, ma io cosa
c’entrino le more degli ussari non l’ho ancora capito, mi dicesse almeno dov’è
la siepe. Una brocchella de vinaccio la offro volentieri
alla super spina, dopodiché mi fa vedere i glutei, si capisce che approfitto
della sua ebbrezza? Nobel obligatorius para mi! Conte Tfracchia La donna è come l’acquavite: portala in casa e le
rogne son servite. |
Aran Cors
649 – Il signor Input |
Cari lettori a sbafo e non e non di Aran Cors,
anche stavolta non ci siamo! Se leggete queste illeggibili righe, se avete
acquistato nella vostra edicola di sfiducia il numero seicentoquarantanove
volte ricompratelo, avete avuto la conferma che la matematica non è solo
quella materia in cui mi davano cinque ma certezza: siamo a un paso doble soltanto
dalla storionica e inacredibile seicentocinquantesima uscita! Dollari e dollarate La moneta suonata di Aran Cors è il dollaro.
Aran è ambientato negli Stati Uniti e l’hoggboss ha sempre dato
il massimo rispetto all’importanza del guadagno del denaro. Del resto si tratta
di una delle tematiche preferite della casa editrice e di alcune serie
di volumi della stessa. Basti pensare all’ingordigia spropositata di Sua
Eccedenza che, al termine di ogni scalcinata missione, pagava i suoi schiavi
con un bisunto dollaro. Manuelle ha ereditato, in buona parte
(non in Bonaparte anche se un po' napoleonica lo è), le veci di barbastraccia.
Ma almeno la parigina opera in nome e cognome di una venale causa: la
stabilità di conto corrente e l’amore per il denaro. Piccole regressioni Il valsente è importantissimo anche
per molti altri scopi, tipo cenare nei ristoranti di lusso e pagare gli
avvocati, cosa tenuta ben presente dalla penna di Pax Semper. Senza
dubbio lo è nelle storie di Kriminalik, che pratica delitti per diletto
ma pure per l’arricchimento delll’editore, per Sartanik che all’hoggboss
dispensa moine in sogno ed agi e benessere nella realtà, per PaxMagnificat
e il suo fideistico amministratore sfiduciario, entrambi ladroni tangentopoloni
teorizzatori dello sfilamento dalle tasche altrui. Non è di più il piccolo mondo
ammuffito dei comprimari di Aran, ma con delle profonde buche nelle tasche,
se pensiamo, per citare chi fa vendere, all’ubriacone Sbevacciuk che
ruba ai poveri per dare ai ricchi come un Robin Hood al contrario, ma nel
mentre rischia di morire di fame. Io tremo in poche parole Tremo a dover trovare le parole per descrivere
questo vuoto. È un numero che ennesimavoltamente fa venire la nostalgia
delle vecchie storie, questo seicentoquarantanove volte ricompratelo:
a un certo punto del brodo annacquato ritroviamo Aran con il suo archeologico
maglione scuro lavato con Nelfen Piatti, e la stessa Manuelle appare
in un loop vagamente “démodé“, ispirato ai… sospiranti anni
novanta … dell’Ottocento. Per sospirarti di più, ah-ah ….. La frese del mese, la frase del mase, uffa! «E adesso chi mando ammorammazzato? Pomodadamo ed
Evarista? Ma mi hanno detto che non esistono!» …dice Il Numero Uno e Mezzo a un rassegnato
Aran. Pax Fert! Abbiamo trovato un po’ di carta per il gabinetto,
al doppio del prezzo ante-litteram. Che goduria! Vedo se c’è ancora un posto
libero da Cracco, utilizzo il suo di gabinetto. Stavolta Pax Fert! ha una sola
paginuccia e, nella semedesima, l’hoggboss accenna ai pericoli atomici
a cui ci espone un certo criminale di guerra, che comunque non compare
nell’albo. L’importante è salvare la pellaccia dalla catastrofe… e già
che ci siamo, anche i denari! Il mese prossimo sventuro Il loro Dariush Persianush è pronto alla
grande spolverata di pepe sulle cozze per festeggiare la consegna delle tavole
della seicentocinquantesima uscita mensile di Aran Cors! Aritmeticamente
è in prossimità! Per cui non mancate il versamento dell’obolo … io ho incaricato
il mio peggio, Sefalsino cuoco burino: a me basta una pentola di fagioli
preparata da lui e mi trovo a piena potenza in un… peto! Grande baldanza, siamo arrivati al 650° fill-in In attesa di Godotik L’hoggboss ha sempre autocelebrato alcuni
traguardi di Aran. Pensiamo al numero cinquanta con le origini
del gruppo J.L.S., al numero cento a colori non-de-luxe e
con l’arrivo di Crotoneo, al numero centocinquanta con la gallina canta,
no, che dico, un festival canoro sui personaggi storici dell’hoggboss, al
numero duecento con il ritorno grafitico dello staff unipersonale ad hoc del
leggendario Magnificus. Cosa ci attende stancamente per il seicentocinquanta? Le amiche se ne vanno La mia amica massaggiatrice e la mia amica trans
non abitano più qui: sono state espulse dall’Italia con foglio di via. In
pratica i Carabinieri dopo la storia del processo avevano svolto delle
indagini, ed avevano scoperto che la massaggiatrice mi aveva presentato una
prova del DNA falsa, in quella vera si diceva che il vero padre del bambino non
ero io. Lo scopo era quello di insediarsi a casa mia, ma adesso non ci sono
più, sono già oltreconfine. Prima di andarsene col bambino la massaggiatrice mi
ha chiesto scusa ed ha salutato, e la trans mi ha lasciato l’impronta del
rossetto su un fogliettino, che io adesso conservo in frigorifero. Mo’ vado a rosolà sur foco er doblone de rame e je
lo tiro ala jovane stregaccia brutta e pelata… Nobel obligatorius para mi! Conte Tfracchia Daje e Daje manco ne la rete resta nulla tra le maje. |
Sartinik la
rossa d’Avola |
Cari lettori
a sbafo e non di Aran Cors,
ecco una fantasmagoria che desideravo farvi ingollare da un pezzo,
ma
che è sempre stata rimandata a causa del maltempo: con tutti gli abiti
inzuppati d’acqua e fradicio sino al midollo non me la sentivo di
scrivere.
Stiamo parlando di tascabili e contorni. E quale peggior
personaggio per
iniziare, se non… Sartinik! Sciatalgie
tra streghe Teniamolo
sempre bollente: questo pezzo di
rete è dedicato ad Aran e Manu e a tutti gli
spogliarelli
delle loro storie, delle donne soprattutto. Manuelle è l’altra
meta
degli sguardi goduriosi dei lettori, mentre le lettrici guardano il
resto della
coppia, formata con il biondo Aran, e riassume perciò un’importanza
eroticamente
fondamentale per lo scribacchiante e per i veri compassionevoli
di Aran
Cors. Cosa non hanno in comune Manu e Sartinik,
quest’ultima soggetto
del presidente articolo? Sono streghe, ma senza verruche sul
naso. Lestrambe
praticano la cosiddetta magia nera, o meglio, solo Sartinik,
Manuelle è
più una illusionista/ipnotista con qualche magia alla Maga Magò, ma per
insaporire l’articolo dovevo attribuire la magia nera pure a lei, e
ternedue dimostrano
una cattiva personalità. Ma le difformità sono anche
tante altre.
Sogniamo ad occhi aperti di vederle insieme, io ho già iniziato! Ape Regina
incontrastata del Miele Noir Sartinik, antieroina
negativa e quarantacinquenne alter lego dalla prof di chimica Sarny
Bunnyster, è la prima serie italiana imperniata su una
spogliarellista
femminile di animo nero con conto in banca in rosso,
incapace
di reggere il successo per più di due lustri. Ed è un tonfo
considerevole, quando i due “neri” della Editoriale Cornucopia chiudono
appaiati,
specie pensando che Sartinik, nei momenti migliori, raggiunse a
stento le
duecentomila copie di elementare a numero. La collana dedicata alla
rossa
D’Avola, così chiamata per il suo abbondante consumo di un vino
rosso
denominato Nero d’Avola, debutta nel 1964 e non è innovativa
e originale,
perché molto ispirata a certi romanzi, ma narra comunque i gestacci di
una donna
ancora in libertà, emaciata, specie quando finisce
l’effetto della
pozione, incapace di nutrire i sentimenti e le passioni più
estremate,
che abbraccia il sardomasochismo e non esita a far fuori
gli uomini
che l’avvicinano allo stesso modo di una mantide bigotta. Il successo
di SARTINIK è stata
l’inversione di tendenza ad U del fumetto italiano, anche se per la
verità
c’era stato prima Kriminalik. Fino a quel momento il fumetto era fatto
sempre
da gente bella, brava e buona, poi sono arrivato io, ed ho cominciato a
fare di
testa mia. L’invenzione del fumetto nerofumo è stata un’esigenza di
andare
contro le telefonate delle banche. C’era già in giro quello che poi
è stato
chiamato il “peggio francese”: desiderio di rivoltarsi dall’altra
parte e
di cambiare consumi di riferimento, e per gli editori un
atteggiamento
cavalcaonda, una voglia di vendere un fumetto fatto con un’ottica
diversa,
un po’ più irrealista. (Pax Semper
– da Fuori le svanziche “Spiragli del Semper” / intervista in
rete) Un tascabile
sotto salamoia Per l’epoca,
il fumetto di Sartinik
è sconvolsfollagente. Finisce nelle tenaglie della censura
in svariate
occasioni ed è sottoposto a salamoia giudiziaria. I
suoi
creatori, Pax Semper per i testi e Magnificus per i
disegni – colluttoriati
da altre manine per via della gran massa e carrara di lavoro in
contemporanea con la concorrenza che non dorme certo – sono costretti
dall’editore,
condannato in Tribunale, a correggere la mira e la lanza, e a
riconvertire Sartinik
verso le vie della leguleità spastellandone i toni crudenti.
Per scalogna,
prima di arrivare a questi mascheramenti, la serie ci regala episodi
di
una bruttezza esemplare per la stupefacente volontà,
propria anche di
editori concorrenti, di sfruttare il guardonismo da cronaca nera
mediante
la rappresentazione di crudeltà gratuite e opportunismo
tipici dei
più sregolati salotti milanesi. Sartinik ammalia i vivi
da bella
e gli scheletri viventi da brutta, tortura i lettori, punisce chi
spende soldi
per l’albo, si vendica di chi salta una uscita e uccide senza il
minimo tentennamento
e per il gusto di arrivare a tavola 120. Streghe
dalle esistenze morbosizzate Come scritto
soavemente su queste pagine, Sartinik
e Manuelle, che potrebbero essere madre e figlia, hanno ben
pochi
aspetti in comune – pensiero similare anche dello stesso Pax
Semper
nel dare una direttiva a Dariush Persianush, ossia di disegnare
Manuelle,
in una copertina di Aran Cors, come in una illustrazione
sartinika
di Magnificus. Ternedue hanno un’infanzia e adolescenza da
romanzo
d’appendicite e, se Manuelle cresce nell’Orfanotrofio
Rottenmeier
e se la passa molto male, Sarny Bunnyster non se la passa molto
meglio,
tra sorelle, uomini e il proprio orribile aspetto fisico che fa
rompere
tutti gli specchi. La mente di Sarny è però quella di una scienziata
pazza, segue gli studi illegali del professor Mezzapustola
ed inventa
il siero capace di tramutarla in una delle donne più
scandalose del
fumetto. Splendidamente
racchia La serie e
il personaggio di Sartinik giocano
tra gli opposti del mutamento degli uguali della stabilità nei ruoli.
Se Sarny
ha un aspetto fisico terribile, Sartanik è orribile
nell’animo,
nero come la pece di quando la condannarono alla pena del tacchino,
che salta
fuori dopo l’assunzione di Sartinik come vedette della
Editoriale
Cornucopia. Pax Semper ci ricorda severamente che la bellezza è
effemerida
e temporalescanea; l’incantevole aspetto di Sartinik ha
una durata
limitata nel tempo ma illimitata nelle ristampe.
Ma non solo
tutto ciò: quando il coccodocktail chimico perde i suoi poteri,
l’affascistosa
strega riprende il suo reale aspetto senza trucco e parrucconucco, ma
ogni
volta diventa sempre più racchiapricciante e mostrognicosa. In
chiaro
omaggio al lavoro di Orson Welles quando descrisse una
invasione aliena
e tutti la presero per vera, tutti credono che la bella rossa
sia
l’aspetto vero mentre al naturale sembra di un altro pianeta. Una
insaziabile infernale Sarny
Bunnyster non
perdona.
La sua vita indecente e gramigna è il bordello che
l’incantata Sartinik
porta sui tacchi a spillo. E la sua vedetta su questo mondo è spietata:
la rossa ruba i fidanzati alle sorelle di Sarny
e assegna
a queste ultime fidanzati spiantati per costringerle a
espiare i
loro errori nel modo più provinciale possibile. Sarny/Sartinik
vuole viaggiare
in prima classe e uno dei suoi obbiettivi più mirati e centrati
è farsi
un deposito di denaro. Per riuscirci accalappia cani di
uomini
facoltosi e convince i padroni a pagare dei riscatti per
gli animali. La
pianta infestante del male è in lei così pronunciata da calamitare,
al momento di rinnovare la serie per evitare cali di vendite, imitazioni
di
mostri classici, come il vampiro Wurstelak e il
suo mentore Pejorek
o l’orrorifica Amukinud. Il polmone
della strega A tuttoggi,
degli amori di Manuelle, a
parte lo sbiadito Aran, si conosce fin troppo poco, e quel che
è peggio
senza immagini. Manu è vedova di un criminale morto
in una
gara di polenta e salsicce con l’effebiguai o quel che era, ma nel
suo
passato di luci stroboscopiche e molti black-out, compaiono
anche amanti
femminili da discoteca e altri uomini
spesso accidentati. Sartinik,
ostric…ostell…ostentatrice e pettegola di prima classe (lì si che
raggiunge la
prima classe), colleziona francobolli per le collezioni da far
vedere ai
suoi amori controproducenti e destinati, inevitabilmente, a
una terribile
conclusione. In questa lista troviamo Alan Rey, Max Sekkoln
– che
sotto alcuni aspetti non ricorda molto la natura di Aran
Cors,
ed è comunque la sua storia sentimentale più decente – e il nero Kristin
Humba Humba – contrallaltare della coppia Bettino
Craxi-Adele Faccio,
all’epoca in testa alla cronaca verde -. Tremenda ma
non troppo Sartinik è una criminale
completamente distruttiva? Sicuro, cerrrrrto che è lei, ma è calata
in
un mondo ispirato ai salotti milanesi che è, in troppi casi,
persino peggiore
di quanto si immagini, e che lei riesce ad affrontare solo dopo aver
bevuto una
birra scura. La strega si muove tra fregaturisti
senza scrupoli,
individui foschi, pendagli da forchetta, no, da forca,
donne esose
e mostriciattoli infernali: in Sartinik
la società
per azioni malvagie è dipinta nei suoi aspetti più crudeli e
palesi,
di certo riprovacarichevoli. Questo è un fumosetto con
un personaggio
rosso di capelli ma nero nella serie, che si muove tra i
chiaroscuri e –
soprattutto – scurochiari del leggendario Magnificus e della
prosaica
disincantevole e ripetitiva di Pax Semper. La parigina Manuelle
proviene
da questa immondizia ed è evitabile che ne abbia assorbito il melassico
carisma profumo d’intesa. Le
interviste impossibilitate Anche
stavolta propongo le mie immaginifiche interviste ad un personaggio dei
fumosetti; oggi abbiamo proprio Sartinik, sono riuscito ad averla qui!
Allora, quando
ti ha inventato Pax Semper? “Nel … 1964
mi pare, però gli anni non si vedono.
Avrei qualcosa da ridire sul modo in cui mi hai descritta, ma mi
avevano già
avvertita che qui c’era qualcosa che non andava”. Cara
Sartinik, sei sempre così bella? “Finché dura
l’effetto della pozione si, poi mi
racchifico come dicevi tu”. Ah, come
Neggy, che era qui l’altra volta … “La mia
amica Neggy, ci incontriamo spesso,
giochiamo pure a bowling assieme. Iabba-dabba-duuuu!”. Come mai sei
così cattiva con i tuoi parenti? “Ex-parenti”. Sono morti? “No, ho firmato atti di ripudio”. Senti
Sartinik, puoi raccontare ai lettori cosa
fai? “Quello che
cerca di fare la mia casa editrice,
guadagnare soldi, soldi, soldi, solo che a differenza loro io ci
riesco!”. Tutti i tuoi
colpi riescono? “No, non
sempre, per esempio, ero riuscita a
fregare il testamento di Silvio Berlusconi, volevo venderlo al miglior
offerente, ma poi il Cavaliere lo ha cambiato in corsa. Leggi qua cosa
scriveva:” Vediamo: “Io
Silvio Berlusconi nel pieno delle
mie facoltà lascio Ruby Rubacuori a mio figlio Piersilvio, a mia figlia
Marina
lascio Edo Soldo, il muscolone di “Striscia la Notizia”, agli altri tre
figli,
Barbara, Eleonora e Luigi, lascio una statua dei Tre Porcellini
ciascuno, stile
Nani da giardino, a mio fratello Paolo lascio tutte le Olgettine, a
Marta
Fascina lascio tutto il partito “Forza Italia”, all’amico Marcello
Dell’Utri
lascio il PDL, al fedele amico Fedele Confalonieri lascio un “night
club” dove
esibirsi con la chitarra, all’amico Carlo Bernasconi … ah no, purtroppo
è
morto, scusate, la memoria, a Vincent Bolloré di Vivendi lascio una di
quelle
dentiere gratis che volevo dare agli anziani, a Vladimir Putin
restituisco il
lettone, è usato e si vede ma gradirà lo stesso, a Joe Biden lascio le
bobine
dell’edizione italiana di “Dallas”, alla famiglia dell’ex-presidente
egiziano
Mubarak lascio una tenda che mi regalò Gheddafi, alla signora Von Der
Leyen una
mia foto con autografo, a Martin Schulz una mia pernacchia autografata,
a Rosy
Bindi un libro che raccoglie le mie barzellette, in parte su di lei, a
Giorgia
Meloni una delle mie case, in modo che possa trasformarla in Casa del
Fascio,
scherzo, a lei lascio il ruolo di “leader” del centrodestra, a Tajani
lascio
una Torpedo Blu per portare a spasso qualcuna delle mie ragazze, Paolo
prestagliele, a Salvini non lascio niente, ed il venti per cento delle
quote
Fininvest nella mia disponibilità vanno al mio amico Adriano Galliani
con lo
scopo di ricomprarsi il Milan”. Un po' diverso da quello che poi è
uscito … “Si, affare
andato a monte. Avevo anche provato
ad entrare nelle grazie del Cavaliere, ma c’erano un sacco di ragazze
prima,
una lista di attesa lunga così, ho lasciato perdere, io non ho
pazienza, se
sposo un uomo facoltoso ho fretta di rimanere vedova”. E del
tenente Bellun che mi dici? “Ah si,
poverino, serve solo per riempire le
pause, mi dà la caccia in continuazione ma si sa già che farà la figura
del
Zenigada qualsiasi”. Cara
Sartinik, non potresti essere più dolce nei
tuoi rapporti con gli altri? “Ma io lo
sono, prima di uccidere mi faccio
sempre delle gran risate, ah ah ah ah ah ah, uuuuh ah ah ah, ih ih ih,
eh eh
eh, ah ah ah oh oh oh, prrrrrft, ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah
ah ah
ah ah ah ah!”. CLIC SVUM
AAAAAAAAAAAAH TUMP L’ho
sbattuta fuori con la botola perché il
discorso si stava facendo pericoloso, non si sa mai, vediamo alla
finestra … si
sta allontanando. Arriva una donna e Sartinik la bacia sulla guancia …
ah, è
Neggy … E adesso chi
jeo dice a stregaccia indebitata che
è mejo povera che coi conti in rosso? P.S.:
Ringraziamenti editoriali La mia amica
trans ha terminato il suo Kamasutra,
e adesso vorrebbe proporlo a qualche editore, ma io le ho chiesto,
anche se le
prove le ha fatte con me, di non mettermi tra i ringraziamenti. Nobel
obligatorius para mi! Conte
Tfracchia A chi tocca
er filo la corente l’‘ngrugna.
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