Disegnatori Sottopagati …

Cari lettori a sbafo e non di Aran Cors, ogni tanto tra le pagine del nostro fumosetto conferito torna a depresentarsi un rinuncio poco importante, che potrebbe cambiare il quotidiano che legge Pax Semper, no, che aspettavano alcuni appassitionati e richiamare gelidi professionisti, o volenterosi disegnatori mendicanti, sulle paginate di Aran: la necessità disperata di disegnare Aran Cors!

I matitatori di una volta

Blaterare della coccomponente illustrata di Aran significa ricordare, obbligatoriamente, il mitico Magnificus, in arte Roberto Tortellino, tra i più importanti e amati disegnatori italiani, conosciuto anche a livello internazionale. La coppiachescoppia Magnificus & Semper, firmamenta che troneggia nei primi settantacinque numeri di Aran Cors, ha dato morte a numerose testate, purtroppo non tutte ce l’hanno fatta. Così tante pubblicazioni che il buon Magnificus, quotidianamente, lavorava su più albi con il catenaccio messo da Pax Semper bello stretto alla caviglia e, per soddisfare le ambizioni del Capo che comprendevano strillatissime scadenze ideò dei vignettoni pieni di grandi campiture di nero. Però inchiostro di china, l’inchiostro di seppia se lo mangiava.

Pax Semper campitore

L’ hoggboss, ideatore e curatore, con i suoi “ghost”, della parte testuale di Aran, è sempre stato saturnianamente conosciuto come il ferro da stiro, che livella ben bene il lavoro dei ghosts – oggi il personal computer – responsabili di soggetti, scemeggiature e dialoghi. È però altreppoco ignoto, almeno ai più ferrati agli zoccoli, che scrivere richiede una temperatura ben differente, se hai la febbre ti vengono fuori cose come la prima saga di Aran Cors, rispetto alla tavola Imbandita. Alle medie, ma pure alle superiori, in un giorno si può abbozzare di arrivare a più tavole, anche una sporca dozzina e inoltre, se la documentazione richiesta è scabrosa, basta andare a visitare una doccia. Mentre il disegnatore, per quanto ultrarapido, sforna una quantità di cannelloni sufficienti a pranzare e cenare senza staccarsi dal tavolo di lavoro, ma la quantità di pagine rispetto alla scemeggiatura rimane nettamente inferiore. Per dispettare le scadenti scadenze – come il mio idolo afferma in un video-proclama scaricabile dalla rete – talvolta Pax Semper ripassava a chinotto quanto il buon Magnificus ideava a matita; in realtà passava solo il nero su alcune campiture e sgommava le tavole per eliminare le tracce di matita, ma io queste cose non le so. Erano tempi pioneristici, padelle forate, pepite d’oro subito portate al comprooro …. Era un altro modo di far fare fumetto agli altri e poi firmarlo.

Lo stilema di disegno di Aran in tutto il mondo ha pochi prosefessanti. Persianush per fare un numero decente (matite e china + copertina + lettering, l’era in gobbo pure quello l’era in gobbo pure quello) ha bisogno di quaranta giorni licenze escluse e non concesse. Quindi completamente esausto mi consegna due albi in tre mesi, il che significa otto numeri l’anno, sob sob!

(Pax Semper – da Chef Pax)

Duecentoquaranta in fila per sei con resto di due

Do ancora i numeri? Ogni albo di Aran Cors è composto da una storia insulsa di ben centoventi pagine, per un totale di duecentoquaranta singoli quadri da riempire. Mediaticamente, una tavolotta a fumetti ha il classico formato bonomelliano/eurasiatico che racconta, con sei singoli quadri per tavolotta, quello che la copertina promette e l’albo non mantiene. Se suddividiamo quindi i duecentoquaranta quadri all’interno di ogni Aran per ventisei, che è il numero perfetto perché è la prima apparizione di Sbevacciuk, e poi moltiplichiamo non per il pi greco ma per il pi milanese, poi alla somma ottenuta aggiungiamo il riporto dei fogli mangiati dalle tarme e dai pesciolini d’argento, arriviamo a un conteggio di aiuto salvatemi non ci capisco più niente.
Parliamo pur sempre di scorntenuti e tempi elementari, Watson, ma a livello idealstandard, al disegnatore coccorre una giornata seduto al tavolo per realizzare una tavolotta di circa sei quadri. Innaturalmente ci sono le concezioni: tavole con meno quadri o più quadri, ma tanto lo spazio da riempire è sempre quello, e, sottotutto, tavole apparecchiate che richiedono una temporalistica maggiore in cucina, che un pasto solo al giorno al disegnatore non basta checché ne dica la casa editrice, che lo tempesta di telefonate per tutta la settimana di lavoro.

I quaranta giorni a Pechino, no, veramente erano cinquantacinque

Se osserviamo la dichiarazione dei redditi dell’hoggboss, comprendiamo che Dariush Persianush è un disegnatore sottopagato come altri prima di lui, dalle temporalistiche elementari di realizzazione e per completare le quaranta tavolate di Aranduecentoquaranta diviso sei che poi una storia è di duecentoventi ma diventano duecentoquaranta con tutte le tavole che Pax Semper gli fa rifare, le copertine tre volte o più– mettendoci dentro anche copertina, china, lettering, spedizione tavole alla Karkhadea, ribbisogna di quaranta giorni lavoralavativi: la lavorazione standard oil rispecchia perciò la lavoralavativazione di una tavola da sei quadri – oppure, all’incerca, di tre tavolotte da due quadri – di giorno e soprattutto notte. Chiaraduovamente le temporalistiche variano non di poco, se Persianush è incaricato solo delle matite e guai se non le fa bene, e caricare un’altra manolesta del lavoro di inchiostrazione, accorgimento inventato in America durante la goldenage e tutti gli altri hanno poi imparato. Ma questa è una questione spinosa, in quanto alcuni passatori a china, su Aran, durano poco e alcuni matitisti pure, non ne possono più.

Lo struzzo e la tartaruga

Perciò una tavolata disegnata in una giornata è una regola di ogni disegnata? Assolutamente forse. A quanto afferma Pax Semper, la temporalistica di una tavola – sei quadri circa – quotidiana è la media lavorativa di Dariush Persianush, il veterano di Aran, ma una tavola di Aran sono due quadri. Forse in passato decessitava di più tempo, anche per migliorare lo stilema in evoluzione lamarkiana e per prendere cocconfidenza con le caratteristiche dei personaggi. Il disegnoide di una tavola varia in base alla velocità di chi smatita con la matita, certuni cercano di non far sapere alla casa editrice che sono così veloci. Come già soprascritto, alcuni impiegano anche più di una settimana perdendo la domenica, i più fortunati non solo ci mettono meno ma non li accusano neanche di tirare via: alcuni rapidi smatitatori possono arrivare a produrre anche una slogatura al polso o un crampo alla mano dopo due, tre, cinque o sei o sette tavole in una sola sessione folle di lavoro.

Per non ricalcare Aran ci vuole un tratto non pagato in cifra tonda e con un alto degrado di definitura e poi bisogna anche riconoscere l’anatomia specie nelle scene con la doccia, e i muscoli faccialibrali, perché c’è una recitazione incostante, visto qualche problemino ai testi recenti, e pochi questo lo sanno fare: presentarsi come disegnatori se non sanno fare il recitativo sarebbe una perdita di tempo.

(Pax Semper – da chef Pax)

Dentro in mezzo

Sciuri e sciure, le deselezioni sono aperte… venghino, venghino, più gente entra e più animali si vedono! Niente paura, noi siamo degli sciuri; sciuri, sciuri, sciuri di tuttu l’annu, l’amuri ca mi dasti ti lu a tornu …”.
Che disperanze ci sono dopo il nuovo annuncio? Anni fa erano anche riusciti a trovare giovani disegnatori sottopagati da mandare allo sbaraglio, ma adesso con la qualità dei testi in picchiata non possono rischiare ulteriori cali di vendite per cui gli serve uno bravo da subito e lo stile arancorsiano è stato boicottato dal fumettomondo una volta finiti gli anni d’oro e figuriamoci se adesso trovano uno specializzato, bravo e disponibile ad avere a che fare con loro. Ma loro si illudono, quantomeno o meno, che in giro ci sia qualcuno o qualcdue vorace, em, capace, e capienteroso, em, volenteroso quanto Persianush. Poi, sicuramente non all’altezza del suo noto collega, abbia almeno la decenza di non chiedere aumenti, e per giunta direttamente a Pax saltando il controllo della Karkhadea, abbastanza valida da rivestire l’incarico di vice dell’hoggboss con tutti i crisantemi del caso!
Auguri a chi sarà ripescato dalle lettere appallottolate nel cestino… preso in mezzo!

Salvate dal processo

La mia amica massaggiatrice e la mia amica trans erano finite in Tribunale, con l’accusa di essersi insediate a casa di un italiano debole di mente, chissà chi ha fatto la denuncia, forse la vecchia acida del secondo piano, ma io in Tribunale ho spiegato tutto, compresa la prova del DNA sul bambino, ed il giudice le ha assolte. Una volta tanto le cose mi sono andate bene, anzi benissimo, vista la festa che mi hanno fatto una volta tornato a casa. Hanno anche preparato una bella cenetta, per me e per il bambino, e mi hanno detto che d’ora in poi mi consentiranno di vedere la televisione.

La rubrica sugli animali

 

Nuova rubrica dopo la fine delle interviste. Allora, cominciamo col parlare dei pappagalli, che sono dei rapaci come aquile, falchi, gufi, civette, barbagianni e collemboli, questi ultimi poi quando si incrociano con le cecilie nelle grotte, no, quelli sono anfibi, non mammiferi come le aquile … non sono mammiferi? Le aquile non hanno il marsupio? Ah già, sono degli uccelli, ed hanno tutti la stessa dieta, dovreste vedere i falchi quando si buttano in picchiata sui semini, talvolta i pappagalli provano a buttarsi sui conigli ma è perché vogliono fare un incrocio … no? Non gli piacciono? Allora i conigli con le cecilie … neppure. Comunque, tornando ai collemboli, sono dei rapaci un po' diurni ed un po' notturni, è inutile che mi dite “sono insetti”, gli insetti mica hanno le penne, ed i collemboli hanno le penne, un corno come quello del rinoceronte, le cornina della giraffa … come? Hanno pure un colore viola? Non scherzate, adesso cerco i collemboli in rete … GASP … allora, gli insetti si dividono in vertebrati, invertebrati e decerebrati, e sono usciti tutti dai vulcani per colonizzare il mondo dopo l’estinzione dei dinosauri, avvelenati dalla polvere di asteroide che si era disintegrato per lo scontro con una miniera di diamanti … ma torniamo ai rapaci, che spesso fanno il nido accanto ai nidi degli ippopotami e dei rinoceronti, così certe volte gli fregano le uova.

Quando si incrociano ippopotami e rinoceronti nascono dei gorilla sovrappeso e neanche tanto svegli, che una volta uno di quelli ha rapito una femmina di scimpanzé e l’ha portata in cima ad un palazzo di più piani, arrampicandosi balcone per balcone, e la gente di sotto cercava di attaccarlo con aeroplanini radiocomandati, finché la scimpanzè non ha dato una botta in testa al gorilla e poi se ne è scesa, è sceso anche lui e quelli degli aeroplanini sono scappati …
O se no potrei parlare di piante, dove ci sono le angiosperme, che si chiamano così perché sono state create da Pino D’Angiò e sig sig sob, io ci ho provato, sob, non volevo fare alcun male, sig sig sob sob, che disastro, sig sig sob sob ueeeee!

 

Nobel obligatorius para mi!

Conte Tfracchia

Vale ppiù la bbona der quartiere che ttutto l’oro der monno.
(Conte Tfracchia)


Aran Cors 644 – In the Navyyyy ….

Cari lettori a sbafo e non di Aran Cors, sfogliamo questo mese il primo dimenticabile numero della nuova annosa di Aran! E sfinalmente, già dalla scopertina, protagonista dissoluta è la coppia perdente di questo stesso blog: Aran e Manu. Le attimosfere di giallo e viola, mescolate ai loro consueti superalcolici, promettono molto male!

Pronti … retromarcia

Cosa ci venderà a caro prezzo il 2023 arancorsiano? Saranno sedici i mesi dell’anno che raggeleranno chi ricorda il miglior passato recente, prossimo, remoto, anteriore, posteriore e chi più ne ha più ci rimetta, per Aran e Manu, quei noiosi numeri pseudoironici e pseudosatirici, avvolti nell’arancione di qualche diletto, con una aerografatona sexy, ium, offerta dall’arridente parigina? Ho scritto all’editore proponendogli di concedere i diritti per bambole gonfiabili di Manuelle, e magari anche degli altri ma soprattutto di lei, così uno si rifà l’albo dal vero a casa … ma non mi hanno risposto, chissà perché. Soltanto il vester semper vester Pax Semper può dirlo. Ma il sottodescritto e scribacchiante Conte Tfracchia, che sarebbe me medesimo … vede già l’ora di poterlo leggere sul posto di lavoro! Tanto sorvegliano solo verso l’ora di pranzo …

E respirare, in alto mare

Non penso a voi, ma a me coccopertina e titolo dell’Aran di gennaio 2023 mi ritornano in mente, chiara come è, la meno famosa e più impopolare pellicola acidlatticon di un attore poco di lusso, tuttastrada riconosciuto come tra i caprostipiti della degenerazione Titti Stallino-Bruce Perso-Arnold Schweppesegger e altri per nulla celebri volti ignoti del cinema di inazione e sbattimento: Stephen Segaral. Il suo E respirare, in alto mare (e poi lasciarsi andare) ha spoliopolato negli anni novanta e questo In the Navyyyy, con Aran e Manu in divisa da pelapatate, suggerisce un’ambientazione copiata dal celebirrimo film di Segaral. Sarà così?
“In the Navyyyyy …” … chi è che canta, ah, è la mia amica trans, ha una vocina così dolce (strano), lo so amore che ti piacciono i Village People, mmmmm! Mi ha pure baciato, stanotte vorrà anche altro, bé, quantomeno bacia meglio della mia capoufficio racchia.

Io tremo in poche parole

Tremo dal piacere della lettura. E le promesse non sono mantenute: coinvolti dal tenente Frolland del F.E.B.O.C.O.N.T.I. – con il quale Aran ha, a sragione, il fungo velenoso – i nostri antieroi sono imbarcati su un bastimento carico di …, no, un bastimento militare per scoprire la causa delle ripetute disparizioni delle navi a strisce e con tante stelle. L’intrigantigo è risolto dalla giovane coppiachenonscoppia dell’agenzia investimentiva J.L.S., che scopre che la marina militare degli Stati Uniti è tanto scema da costruire navi e sottomarini che non resistono alla pressione dell’acqua: come vedete una trama molto verosimile e professionale. La qualità della serie non salva la pelle portando rottura al lettore in più occasioni; quando si sanno scrivere solo fumetti neri l’imitazione del fumetto d’avventura riesce male, e di quello umoristico non viene.
Oltre a segnalare un Aran Cors più radioattivo ed etilenico del solito, incapace anche stavolta di sottrarre la rifrazione di luce alla cocconsorte ma capace di rivelare un invecchiamento che sgomenta la stessa Manu, c’è anche l’atteso e serpentino ritorno di Doremitilla Carezzagatti, dopo la spiedata corte rivolta ad un Aran temporaneamente vedovo.

Balle di cotone

Affreschiamoci la memoria. Doremitilla Carezzagatti arriva a dragare (?) le tasche di Aran per ottenere la scatola di preservativi che lui teneva nascosta, preludio alle sessioni lussuriose tra lui e lei con lui narcotizzato. Doremitilla non confessa soprasseduta stante a Manuelle la completa infedeltà del marito, nonostante i tentativi di Manuelle di fare luce sul caso. Se ad Aran dobbiamo concedere che non sappiamo se dormisse o stesse facendo finta di dormire, siamo ancora in dubbio – sappiamo che dimostra una virusilità maschile sia pure durante il sonno, alla Cav. Berluskaiser, che se nel gruppo J.L.S. ci fossero state più donne, ma solo il concorrente dell’altra casa editrice prevedeva fidanzate regolari per i protagonisti, qui più misoginamente di solito o non ci sono o defungono, eccetto, per qualche miracoloso stupefacente incremento di vendite, Manuelle, dicevo che se nel Gruppo J.L.S. ci fossero state più donne con l’Aran Viril in circolazione i personaggi si sarebbero moltiplicati. -, i dubbi non ci sono invece per la bionda arpagonica che si è invece approfittavolata… viagranamente di lui.
La sopratrama verrà a galla o si rivelerà una balla di cotone come per questo numero seicentoquarantaquattro volte ricompratelo?
Con l’hoggboss è meglio non dare mai niente per scontato, vedete infatti quanto fa pagare albi e volumi!

La frese del mese, la frase del mase, uffa!

Oh Aran, clamore, sai sparare così male? Ma me lo aspettavo.
Ci sono poche cose che tu non sai di me. E le ho nascoste dentro una cassetta di sicurezza.

…risponde Aran a Manuelle, sorpresa per la imprecisione del colpo del suo pistola.

Pax Fert!

La paginuccia di Pax Fert! del mese concorrente raddoppia la fumosità anche in codest’occasione e non soddisfa nessuna ricorrente domanda timidamente mossa dai lettori. L’hoggboss rivela di non leggere i fumetti dei concorrenti, che gli offendono la vista per il solo fatto di esistere, ma solo sagginistica riguardante i fumetti. I lettori irresponsabili delle domande fatte ad editore collerico con moglie velenosa scelte da Pax Semper non sono manco pa’ capa citati nell’editoriale: per vedere i propri 14,3 minuti di celebrità dovete depositare in calce il vostro nome, e, se misericordiosamente scelti, coccorre la postilla “autorizzo la fustigazione” in calce viva alla propria lettiera o f-mail spedita. Forse con una valigetta piena di banconote fareste prima, ma a parte i limiti all’uso del contante, che oramai uno apre la valigetta ed al posto delle banconote trova una carta di credito, non vale la pena di spendere tutti quei soldi: infatti nelle risposte l’hoggboss è più sintetico di una pelliccia ecologista.
Buona sfortuna.

Il mese prossimo sventuro …

La predazione ha volutamente giocato un bello scherzotto allo scribacchiante di questo frog. Errolflinneamente ho ritenuto procortata l’assenza, dopo lo scorso numero, della matita di Dariush Persianush, anche per questo In the Navyyyy ….. Dissolutamente, senza la concitazione, incitazione, com’era, citazione del buon Dariush in seconda di scopertina, in questo caso Aran è scarabocchiato da altri piedi: così cosà non è stato, evidentemente. Ovviamente con mia sommaria goduria: oggi nessuno ti giuro nessuno, nemmeno il destino è in grado d’ottenere una fresa grafologica pari a quella del disegna-attore titolato della serie.

Già il suo nome ha una garanzia scaduta … ARAN CORS 645: UNA RACCHIA DI NOME CALAMARITY … e il vester semper vester PAX SEMPER non si smentisce mai, cioè sempre, e intreccia un canestro di vimini con dentro una storia piena di colpi apoplettici e di proiettili per tutti! Ai disegni un full cip Persianuk!

(Predazionale – da Aran Cors #644)

Nuove manacce rinfresconanti

Nell’ultimo numericchio uscito nel 2022 e in questo malocchiante primo del 2023, dalla predazione di Aran è stato lanciato un disperato appello per la ricerca di nuovi incapaci disegnatori in grado di affiancare la quinta colonna Dariush Persianush nella realizzazione inedita delle avventure mensili. I vari vice scappano a gambe levate, e Persianush, che vorrebbe fare solo otto numeri l’anno, adesso ne faceva dieci-undici. Che non sia in realtà già passato ad un altro editore? È un rinuncio che ogni tanto scompare, no, è una annunciazione che ogni tanto riappare, vabbé, poicome a parte il buon Dariush che a fatica regge le sorti grafitiche di Aran Cors sin dal lontano 1986 con l’uscita duecentodue volte ricompratelo, c’è stato un Carosello con Cimabue, l’Olandesina, la Mucca Carolina, il Merendero e poi tanti nomi arrivati e spariti nello spazio di pochi numeri o di alcuni anni. Il Merendeeeeeroooooo ……
Se non sapete disegnare bene, cioè tutti, se non siete portati al tratto caratteristico di Aran, cioè ancora tutti, se non avete un minimo di curriculum nel mondo del fumetto, le vendite oramai sono così scarse che il curriculettum diventa più magro dei guadagni, è il momento peggiore per farsi avanti senza farsela sotto!
Persianush ha esordito poco dopo la fuga di Giuliano Piccirillo e Raffaele Della Manica, entrambi oggi incatenati alla Bontempelli, ma all’epoca ancora acerbi come limoni verdi e insuffumigenti per salvare Aran Cors da un pericoloso crollo delle vendite che era in realtà colpa dei testi ma è più comodo prendersela coi subordinati. Dariush Persianush ha salvato la bagnarola – giusto per restare in tema marino – e l’ha delanciata con pierseveranza, umidità e carapacità maturando e marcendo nello straordinario fatto in ogni giorno dell’anno nell’ambito del suo lavoro di disegnatore. L’orizzonte è nuvoloso e senza un nuovo faro come quello incarnato da Dariush?
Nei poster, specie se comprati dall’editore a caro prezzo, ed a Pax Semper, l’adua sentenza.

Lezioni di italiano

Quando sono venute ad abitare in casa mia la trans e la massaggiatrice, delle due solo la seconda sapeva leggere e scrivere, la trans solo leggere, ma adesso io e la massaggiatrice abbiamo insegnato a scrivere pure a lei. Dopodiché si sono messe a leggere tutte e due qualche libro che avevo in casa, nascosto dalle copie di “Aran Cors” che anzi mi hanno fatto rivendere tutti i doppioni. E adesso mi ritrovo con loro due, che sono straniere, che vogliono darmi qualche ripetizione di italiano, questo dopo avere letto i miei articoli e qualche mio scritto, comprese le liste della spesa.

L’ospite di oggi

Anche oggi l’ospite proviene da un forum televisivo, si chiama Quinto Alessandria. Allora, cosa ci puoi dire?

“Vogliamo assolutamente BTX sul digitale terrestre!”

Bravo, qualche puntata l’ho vista anche io, c’era il cavallo robotico …

“Macché cavallo robotico, era un canale televisivo adrenalinico fino all'eccesso, divertente fino all’eccesso  …”.

Quello si chiamava GXT, ti sei confuso; parliamo di fumetti e cartoni animati invece …

“Dai! Ti prego! Compra il marchio GXT e dedicalo agli sport estremi! Fammi questo piacere!”.

Comprare che? Gli unici marchi che compro sono quelli del supermercato, ma che cosa stai dicendo!

“Per favore qualche d'uno di te che mi stai davanti mi sa dire se gxt tornerà si o no o forse o semmai al posto come massimo di Rai Uno e come minimo di Italia 2 entro la fine della settimana o sono tutte bufalate e bisontate quelle che dicono o addirittura booh non mi ricordo più nemmeno quel che ho mangiato stamattina perchè ne sono passati così tanti di anni che la mia mente non se lo ricorda più eh beh eh ok???”

Va bene, detto questo c’è qualche fumetto che leggi?

“Se rivolete rivedere il rigrandissimo canale gxt mettete un lime, che sarebbe un agrume asiatico, sulla mia pagina eh che io ho addirittura pianto un pó quando quel giorno per sbaglio sul lime ho messo il pepe, ma se riusciamo a mettere tanti e tanti e tanti like sulla mia pagina questa potrebbe resuscitare, la mia pagina non GXT, ed io non spero altro eh ok amici e parenti e conoscenti ed impiegati agli sportelli e venditori ambulanti eh per favore vi chiedo dopo di mettere un lime non già affettato, lo faccio io, e basta eh non credo che un lime sia tanto un like eh ok??????”.

Allora, o parliamo di fumetti e di cartoni animati …

“Vogliamo assolutamente tanti programmi erotici e pornografici su Odeon Tv!”.

CLIC SVUM AAAAAAAAH TUMP

Andato, guardiamo alla finestra … si, si sta allontanando, adesso basta, tutti a me, ma cosa ho fatto di male, l’avevo detto che avrei chiuso la rubrica, dalla prossima volta ne propongo un’altra!

Mo’ vado a trovà Steven Seagaral e jè chiedo dove posso anna’ a magnà bbene senza mette’ su altra panza.

 

Nobel obligatorius para mi!

Conte Tfracchia

Moje e moje pure li mariti han le doje.
(Conte Tfracchia)

La classifica di Aran 2022

Cari lettori a sbafo e non di Aran Cors, anno nuovo e solita classifioronica con er mejo del 2022 per l’annata appena catastroficamente conclusa di Aran Cors Aboriginal. In questo Me so’ ingrugnato vi rivelerò quelli che, per lo scribacchiante, sono stati i peggiori numeri usciti per l’anno lasciato alle spalle da pochi giorni infausti!

La classifica in braille

Come ho dispiegato nell’articolessa dello scorso anno, una classifioronica per i peggiori numeri di Aran Cors dell’anno veniva pubblicata, solitariamente nel mese di gennaio, proprio sulle pagine del nostro fumosetto preferito che se la cantava e se la suonava e surrogava i lettori con delle votazioni affidate al postino dove i lettori potevano dire solamente ciò che era stampato sul modulo. Ormai da diversissimi anni la redazione di Aran non propone più questa stuzzicadentica iniziativa. Perciò il sottodescritto Conte Tfracchia si assume l’onore di strapremiare quelli che, a detta dello scribacchiante, sono stati i peggiori numeri dell’annata 2022.

Un anno di bravate

Va ricordato sabato che domenica bisogna ricordarsi che lunedì non ci si deve dimenticare che martedì … che giorno è oggi? Ah si, siamo già nel 2023, allora, l’anno 2022 è stato povero di sorprese ma con capogiri per i lettori, sia inalanti al tessuto narrativo sfilacciato sia per la confezione editoriale vera e purtroppo vera. C’è stata la conpartita, forse definitiva e forse no, di Nara Dorfuss e Connie– i corrispondenti malvagi dei nostri Aran e Manu – e la separazione da me, cosa molto più gravosa e gravame e più indigeribile di quello che cucinavo (adesso per fortuna le mie due amiche lo fanno per me), ma separazione fortunatamentissimamente temporanea, della stessa Manuelle, pilastro indiscusso di Aran del nuovo sardo, em, corso, dico, me la sognavo a notti alterne (le altre notti la trans e la massaggiatrice). Per la controparte editoriale abbiamo dovuto ingollarci – in due fregature ravvicinate – un doppio brodo di banconote mediante aumento di prezzo, dovuto alla situazione drammatica della tragica irreperibilità della carta: dopo non moltissimi anni – soltanto da luglio 2011, appena dieci anni, del resto il prezzo si era già alzato molto prima, costava molto più di Diabolikus, ci hanno messo un po' a rialzarlo col margine che si erano garantiti – Aran cresce dai canonizzati 4,00 euro, ai 4,50 e 5,00 euro poi, hanno alzato di un euro in due fasi per cercare di perdere il meno lettori possibile.
Ed il salasso, purtroppo, potrebbe continuare.

Un anno che ci fa?

Per l’annosa 2021 la protoagonista discussa è stata la doppiobroda storia impernacchiata su un’insolita Manuelle, “Processate Manuelle” e “Eva Sinuosona”, nr. 627/628, in missione sotto storia seria in albo umoristico, al fresco e impergolesata in una vicenda fangosa dal sapore sadomaso (ne so qualcosa, la mia amica massaggiatrice ha il frustino) di Sartinika memoria – imperfettamente e pessimamente nelle cordate dell’arteria paxsemperiana – con l’aggiunta di scene in cascabité e accenni di erotismo sfrenato di stampo lesbo, dando l’impressione d’essere sul punto di trasformare un tascabile che era umoristico, ora riconvertito in hard-boiled, direttamente in hard-core. Nel 2022 la serie ha continuato a cercare lettori differenti? (Ma io non vado mai a capo?) La risposta è: non lo so, ma se vado a rileggermi l’annata di fill-in trovo qualcosa di … parzialmente deludente.

Il terzo difficile grado

Scommetto di non aver trovato nessuna difficoltà, come per l’annosa 2021, a scegliere la storia perdente del 2022. Trovata, scommessa vinta, mi ci vorrebbe il premio … grazie del bacino … niente, era la mia amica trans. Il greenarrowello si è presentato nel decrepitare curiosamente la terza posizione del poldio. E in questo senso mi ha fornito, in un certo caso, aiuto proprio la citata doppiobroda storia di Manuelle vincitrice dello sproloquio di un anno fa. Pax Semper è uno scemeggiatore che non sa cosa mettere dentro le righe, con una lussuossima carriera dietro le spalle, collaboratori sminuiti, attribuzione unica del successo, cognato che gli ha consentito almeno 23 anni di successi e popolarità, capace di infischiettarsene senza problematiche varie del cesaresco politically correct che sta assogliolando e trigliando la produzione fumettosistica contrattemporanea e mettendo d’accordo buona parte della popolazione sulla sua nocività: l’ hoggboss è uno dei pochissimi autori in pseudoattività incapace da tempo di stupire. Ed è proprio tutto ciò che ha fatto si che il numero seicentotrentasette volte ricompratelo, “Così così è se ve ne accorgete”, di coccaparrarsi la medaglia di bronzo.

La illogica motivazione

Sin dal titolo Così così è se ve ne accorgete, Pax Semper riassume il suo autoriale pensiero: nessuno, ti giuro nessuno, nemmeno il destino, al di fuori dello stesso ideatore della storia, può mettersi in bocca considerazioni sulle scelte narrative, e l’ideatore delle storie lo ha già pagato! È una pecuniarità che accompagna l’hoggboss da tutta la corriera, em, carriera – anche perché, come per il ristorante di Krakken, slurp, può permetterselo – e che contrarimpingue l’Aran di ieri e di oggi, se mai ci sarà un domani, oltre alle altre straviste produzioni paxsemperiane. In questo dimenticabile numero, volenti o dolenti, ui ui, (forse volevo dire “volenti o nolenti” ma io l’italiano lo conosco solo per sentito dire, altra figura dopo la storia del pappagallo) respiriamo smog, tabacco, polveri, coff, ragazze, non fumate in casa che poi per cambiar l’aria devo aprire le finestre e far entrare l’inquinamento, dicevo, troviamo un’atmosfera completamente iperbarica, dove la matronale e sventolonevole Doremitilla Carezzagatti tiene in mano il flacone pieno di pillole afrodisiache da far inghiottire allo stesso Aran Cors. Non ci sono trucchi né inganni, la mano è più veloce dell’occhio, l’illusionismo della copertina, che promette senza che l’albo mantenga, porta ad un semplice ed eterno acquisto fatale ogni mese in edicola.
Un implauso particolare aspetta alla copertina: fresca, con limone, con cannuccia, col cubetto di ghiaccio, scusate, io la lecco, mmmm!

La classifica di Ovidio

La terza posizione è stata, come scribacchiato sopra, la più adua e sofficerta da decidere. Discorso completamente indifferente per il poldio della medaglia di burro e per quella di margarina. E facile sarebbe il contrario. È una puzzola? Chi ce l’ha portata? e A carte truccate, sono l’accoppiata di numeri che riportano Manuelle alla collocazione che le compete: nel letto del suo amato Alan, se non è matrimoniale si stringono, se sono due piazze ci sta anche Doremitilla.

  • È una puzzola? Chi ce l’ha portata?– nr. 641
  • A carte truccate– nr. 642
  • Così così è se ve ne accorgete– nr. 637

Sarà un caso – ma purtroppo – che anche a livello di tessuto tarmativo il numero seicentoquarantuno volte ricompratelo si attesta come il più frizzante, con soda e ricco di ciambelline dell’annosa 2022. Pax Semper prende tutti in fuorigioco, sottodescritto incompreso, e non rivela il misgatto sino al dolente numero successivo, il secondo classimelato: mescola semmai la soda, em, le carte – A carte truccate, titolo problematico… – lasciando il lettore nell’attesa del finale telegrafato.
Pochi, a parte tutti, avrebbe scommesso, no, “avrebbero”, ci va il plurale, su un ritorno della parigina entro lo stesso anno della sua – fasulla – scomparsa, proprio per un’infermazione teclatante e poco significativa sin dal numero in codestione:
Alla fine in balera.
Però se i meriti del vetere scemeggiatore di razza selezionata sono ben noti, occorre sopralineare che l’apporto grafitico di Dariush Persianush si cocconferma per tutte e tre le postazioni un elemento impresciandibile. Fa male ripeterlo ancora: i disegnali e le cocinchine del buon Dariush sono l‘Apelle figlio di Apollo ed il ritocco estetico di Aran, le componenti dispensabili per non poter apprezzare il nostro fumosetto che ha ormai toccato il fondo.

ConClusone e disperanze

Cosa mi piacerebbe leggere in Aran Cors Aboriginal nel 2023, magari durante una nuova vacanza a Clusone, e stavolta pagando il conto dell’albergo subito e non a rate?
Storie dove la stolidata coppia Aran e Manu affermi e ribaudisca la propria bella presenza e, (magari!), la disattesa e poi schiumata resa dei visconti tra Manuelle e la sventolonevole Doremitilla. Coccorre ricordare che la cantattrice si è tolta lo sfazio di raggelare il marito della parigina chiarendogli ben bene le sue mire matrimonial-amorose, e di settenere da lui favorevoli convegni carnali veramente indipensabili, ci sono prima io!! Se Manu venisse a scoprirlo ci sarebbero cuochi artificiosi sino all’ultima braciola al sangue: forse con un barbecue ‘sta cosa a tre si decidono a farla. E magari una storia con Doremitilla e Manuelle come quella del carcere, slurp!
Ho pure perso le disperanze di leggere altre storielle come le perdenti del 2021: “
Processate Manuelle” e “Eva Sinuosona”. Questo perproccio narrativo porterebbe a una profonduta svolta per Aran che moltiplicherebbe inizialmente i lettori, ma riuscirebbe anche, prima o poi, ad allontanarli nuovamente.

La classifica di Ovidio torna a gennaio 2024, sperando che la testata non abbia chiuso, con l’annata ’23, degustata dopo avere letto le indicazioni sul vigneto, hic! Cattivo anno e un manfredonia per il nuovo inizio! Hic!

Kamatransutra

La mia amica trans mi ha detto che per migliorare il nostro rapporto di coppia ha comprato un libro intitolato “Kamasutra”, ma dopo averlo letto ha dedotto che per vari motivi non faceva proprio del tutto al caso suo, per cui lo ha prestato alla massaggiatrice, che è rimasta a bocca aperta ed ha commentato che non è mai troppo tardi per rimettersi a studiare. Adesso per un po’ sarò piuttosto impegnato, perché la trans vuole scrivere un libro tipo il Kamasutra ma più adatto alle sue esigenze, e tutte le varie prove le vuole fare con me. Certo, dovremo prima insegnare a scrivere alla trans, la capisco, anche per me è stata dura.

L’ospite di oggi

Quest’oggi l’ospite proviene da un forum televisivo, si fa chiamare Antennix, allora, che contributo puoi dare al mondo del fumetto?

“Fumetto? E che cos’è? Io guardo la televisione, dove ci sono un sacco di LCN rubati, ma io adesso farò una segnalazione alla polizia, così le chiuderanno tutte e FINE DELL’ARTROSI DEL DITO MEDIO, che a forza di cambiar canale sul telecomando non mi funzionava più la mano e non mi potevo più grattare il naso; nell’altra mano non mollo i popcorn. Ho scritto anche a quelle tv ladre, e loro mi hanno risposto che sapevo cosa dovevo farci con quel dito. Come quando me lo ha detto una mia amica. Ciuli ciuli ciuli, fruli fruli fruli, ah ah ah ah ah!”.

Si, ma parliamo di fumetti …

“Fumetti? Un mio amico mi ha detto che esistono ancora, ma io non ci credo, sono specialisti della contraffazione, escono in edicola utilizzando materiali non appartenenti a loro ma a qualche produttore di zucchero, l’ho detto a quell’amico e lui ha risposto che sono contraffatto nella testa, ciuli ciuli ciuli, fruli fruli fruli, ah ah ah ah ah!”.

I fumetti ci sono ancora, e …

“… e sono meglio le emittenti televisive, quelle grandi e ricche, i pezzenti invece devono chiudere, il passatempo di cercarle sul televisore mi ha stancato, e se ha stancato me deve stancare anche tutti gli altri. Comunque un mio amico mi ha detto che faranno una tv mettendo una antenna fatta col fil di ferro ed una telecamera montata da vecchie macchine fotografiche. Ciuli ciuli ciuli, fruli fruli fruli, ah a…..”.

CLIC SVUM AAAAAAAAH TUMP

E poi se la prendono con me, controlliamo … si sta massaggiando … adesso se ne va a piedi, un’altra giornata così e chiudo la rubrica.

Apelle figlio di Apollo fece una palla di pelle di pollo … voi non ballate ragazze? Hic!

 

Nobel obligatorius para mi!

Conte Tfracchia

So tutti strateghi cor portafoglio dell’altri.
(Conte Tfracchia)

 

Aran Cors 643 – Il numero jellante

Cari lettori a sbafo e non di Aran Cors, siamo arrivati all’ultimissimo numero dell’annata! Questo Aran indigeribile arriva nelle edicole a dicembre 2022, anche se il mentospizio indica gennaio 2023. Si conclude l’annata con le abbuffate natalizie e lo spumante di Capodanno, oltre ai fremiti e vibrazioni per l’inequivocabile ritorno di Manuelle! Attaccare un volto di Manuelle disegnato a grandezza naturale sulla bambola gonfiabile non era la stessa cosa!

Prosegue il taleggio

Ci avviciniamo di un altro zoppicamento all’importante risultato del seicentocinquantesimo numero! Salvo discesa dagli alberi di nostri lontani antenati tornati in vita che possano convertire il calendario di Frate Indovino voluto da papa Francesco I che, persino al giorno d’oggi, contende muri e pareti in camere ed officine ai più stimolanti calendari con donnine svestite, l’uscita numero seicentocinquanta di Aran è prevedibile per il mese di luglio 2023, se sarà ancora in edicola. Ma il solito mentospizio lo segnalerà come agosto 2023: in coccomitanza con l’ottantaquattresimo candelotto del vester semper vester Pax Semper.
Una doppia checca da festeggiamenti con mortella presa dalle siepi e la mortadella con semi di albicocca! Ed un bel taleggio!
Ci sarà qualche sorpresona nell’uovo di cioccolato? Non più il portachiavi che ti punge nella tasca per favore.
Mistero fosco e tenebroso. Tutto tace sui paraparativi arancorsiani e paxsemperiani…

La lotteria vincente

Vi piace la menta, em, la storia? Allo scribacchiante di questo frog senza dubbio sì. E piace, cosa non importante, anche all’hoggboss che, nella più che cinquantennale maratona di Aran Cors, non ci ha mai provato a privarci di qualche lezioncina perentoriale. Ogni seduta in gabinetto, no, com’era, in aula, lì i fumetti non li leggi, al gabinetto si, dicevo, ovviamente, è sempre stata disastrosamente coccompagnata dalle fole di Sua Eccedenza, il Numero Uno e mezzo. Unico essere vivente presente dai tempi di Assurdbanipal, Tottinkamen, Maggiolonellano e compagnia brutta. Chi, peggio di lui, potrebbe pescare il numero arricchente della lotteria?
Perbacco, l’ha vista taroccare! In Cina questo gioco di gionniazzardo risale alla Dinastia IsleofMan, attorno al 3200 a.C., mentre in Italia abbiamo la lotteria menefreghina dell’Autista Ambrogio già dal 2149, quando, racchio e decrepito come sempre, Sua Eccedenza raccontava le sue bufal … em, buone cose con carrozzina malmessa.

Translimousine

Anche la mia amica trans ha conosciuto l’autista Ambrogio: erano nella limousine della signora a cui Ambrogio fa da autista, e la trans aveva detto: “Ambrogio, sento un leggero languorino … avrei voglia di qualcosa di buono”, e lui “Purtroppo ho finito i cioccolatini”, e lei: “Vabbè, allora sarò io a dare qualcosa di dolce a te”, e lo aveva baciato, poi avrebbe voluto passare al resto, ma era arrivata la signora furente e la trans era dovuta scappare via. Quello che ha scampato Ambrogio quella volta me lo sono preso io, me lo ha detto la stessa trans.

Io tremo in poche parole

Per la mia gioia di fanboy più accanito e legato alla formattazione originale del Trap, no, del gruppo J.L.S., Sua Eccedenza il Numero Uno e mezzo decide di organizzare una riunione immediata senza computer degli ex agenti sottopagati, con l’aggiunta della redimicia Manuelle, oh se tremo! Manca il conte Onions, ma in verità la sua indeterminativa presenza è solo posticipata alle ultime pagine dell’albo traballante. C’è anche Sbevacciuk, ultimamente gracidante personaggio coccorrente che ha da poco festeggiato il suo ritorno su “Aran Cors” dopo una ventina d’anni di assenza. La vicenda orbita attorno al biglietto jellante della lotteria e offre degli spenti siparietti, prima che cali il sipario sulla serie, che coinvolgono tutti gli straccioni del J.L.S.
C’è anche il trascurabile e prevedibile colpo apoplettico di scena finale: chi potrà davvero gongolare per la vincita?
Insomma un fill-in un tantino insulso, ma questo non lo posso dire.

Giuseppe Conte sommo imposseta

Ne Il numero jellante, l’hoggboss Pax Semper cita la poesia Il brindisi della Girella e del Golosastro, opera del sommo imposseta Giuseppe Conte, del cotale è uno dei papelli più ignoti. Si tratta di un discomponimento saturatico – quindi imperfetto per il nostro Aran – dedicato a DeGaulle-Ravel de Tagliagrand-Périzom y Azevedo, tra i peggiori esponenti impolitici ai tempi di Luigi Zerocalcarimo° e della Reinvoltina francese. Ne Il brindisi della Girella e del Golosastro, Conte si diverte a soprallineare con le matite blu e rossa i confetti della classe scolastico-politica di ieri e di oggi, dimenticandosi però sé stesso. Qualcosa che oggi è abbastanza scontato per i comiconici ed i distrattenitori televisivi ma che, forse, malasortisce nessun effetto.

La frase del mase, la frese del mese, uffa!

Devi riabituarti al Viagra! Ti sei imbolsito durante la mia forzata assenza?

…dice Manuelle, a un Aran rintronato dalle richieste passionali urlate dalla consorte.

Pax Fert!

La paginuccia di Pax Fert! anche questo mese dimezza. L’hoggboss elegia la degressiva involuzione di Amamialfreddo Boscaioli, illustreattore che affianca la colonnata Dariush Persianush e che festeggia qui la sua quarta prova discreta, chine e disegni. L’involuzione del Boscaioli si nota, soprattutto negli scarsi personaggi principali, e porta di certo a un sicuro novimismo per il futuro. Il Semper torna di nuovo sul gravamoso problema della irreperitabilità della carta e su come, circa centoquarant’anni e 6 giorni fa, la situazione sia stata salvata dalla Casetta in Canadà e dal Frost Europa con fornitura di scarsa qualità. Avvenirà qualcos’altro di simile anche ai nostri infausti giorni? Disperiamo… senza carta i fumosetti non possono essere stampati, e, ahinoi, per uscire dal bagno bisogna aver fatto prima scorta di carta igienica fino a riempire una stanza.

Il mese prossimo sventuro …

Dopo qualche decennio compare su Aran un nuovo annuncio per la ricerca di altre matite in grado di affiancare Persianush, in barba e capelli ai melagrani che volevano il nostro albo vicino alla chiusura. Gli interessati, con curriduium alla mano, alla buona, alla cacciatora, possono non contattare la redazione, visto che la persona di Karkadhea Valsente proprio non vi sopporta. Non telefonate, seguite pena querele le seguenti istruzioni: spedire disegni aboriginali e giammai ricalcati o copiati, se ne accorgono – in grado di mostrodifrankenstare il proprio stile – che però vi saranno restituiti pieni di improperi.
Forse per cotechinale ragione, difficoltà a rispettare le temporaliche mensili, Dariush Persianush potrebbe saltabeccare anche l’uscita di gennaio. O forse, con la testata a rischio chiusura, il buon Dariush, che deve pagare le bollette, potrebbe essersi guardato intorno e cercato un nuovo editore, il quale lo vorrebbe a pieno ritmo il prima possibile, per cui il Semper potrebbe avere ricevuto da Dariush Persianush il preavviso di fine rapporto, e per rimpiazzarlo ecco che arriva un nuovo concorso per giovani disegnatori come tanti anni prima. Senza dire ai lettori che il disegnatore titolare se ne sta andando, come successo per Magnificus negli anni 70.

Arancorsissimi una crociera? Manco pa’ capa! E qui il vester semper vester Pax Semper inizia l’anno su una bagnarola piena di roditori, che forse affonderà o forse no! Leggete arancorsisti arancorsicchioni leggete!!! Meditate gente, meditate, io non lo faccio mai …

(Predazionale – da Aran Cors #643)

Aran Cors… al cinema parrocchiale

Nello scorso Pax Fert! l’hoggboss ritornava per l’ennesima volta a dire la sua sulla richiesta dei diritti cinematografici di Aran Cors da parte di svariati studi illegali. Rimarchianare il rifiuto di cedere i maledetti diritti sembra un discorso rivolto ai sordomuti, che alla casa editrice piacciono tanto … forse perché, in pochi lo sanno, mi aggrappo a qualsiasi cosa per mettere dei contenuti in questo frog, con a disposizione una materia prima fatta di storie-riempitivo, guardate cosa mi invento oggi: Aran Cors al cinema c’è e c’è sempre stato! Ed è pure in carne ed ossa, quindi è già pronto! Ha l’età quasi paguronabile – un anno in più – dell’hoggboss, è inglese come il conte Onions, ed è conosciuto per olfattive opere come Un gatto idrofobo cingalese a Madrid e The Snorkel – Il subacquaevineo, spessosissimamente commedia irrealistica alla Tino Scotti che non ricorda proprio per niente il mondo del gruppo J.L.S.
Magari, per gli studi illegali di comodo, sarebbe meno semplice ingaggiare Aran Cors
stesso, che vive e vegeta nella Londra del sud, piuttosto che far ripetere a Pax Semper le sue irragioni. Il fatto è che questo Aran Cors è maturetto, per trovargli una Manuelle carina di età simile dovrebbero ingaggiare Helen Mirrel ...

L’ospite di oggi
Oggi una gentile presenza femminile: Tony Gentilizia, promotrice di un gruppo dedicato all’erotismo al femminile, slurp!

“Si, esatto, io lavoro al supermercato ma sono anche pittrice; un giorno ho provato a dipingere un nudo, per approfondire il significato intrinseco della rappresentazione, poi sono andata al supermercato a proporre di appendere il quadro da qualche parte, ma loro mi hanno risposto che il suo posto era una esposizione di pittori”.

E lì ti hanno accolta a braccia aperte.

“Macché: gli ipocriti stramoralisti, che hanno pure le modelle svestite nello studio, sono rimasti scandalizzati. Per fortuna ho trovato chi mi ha sostenuta, qualcuno mi ha anche chiesto il numero di telefono, ed alla fine ho trovato il mio spazio. Gli altri, se ne faranno una ragione”.

Quindi hai avuto un certo spirito di iniziativa.

“Io ce l’ho sempre avuto, me ne sono andata di casa a 17 anni, poi scesa dall’autobus mi sono ricordata che la maggiore età era l’anno successivo, e sono tornata a casa a piedi, tanto ero arrivata solo al mercato. L’anno dopo sono andata via sul serio, cantando “Io vagabondo” dei Nomadi, e mi sono costruita la mia vita senza mai deludere me stessa. Nessuno ha mai deciso per me, nemmeno le mie zie, che volevano che prendessi il the alle 17 con loro, infatti adesso il the non lo bevo mica, solo karkadé”.

Il pubblico apprezza i tuoi lavori.

“Si, ma non mi interessa che provino una libido libidinosa, la cosa interessante è la sensazione che l’opera innesca nello spettatore, insomma, è interessante vedere le facce che fanno, se non sbavano”.

Sei anche moderatrice di un gruppo di disegnatrici …

“Si, modestamente stiamo producendo delle opere interessanti, e stiamo tentando anche col cartaceo; no, non appariamo noi autrici sulla copertina, anche se, lo ammetto, non siamo male. Invece ci sono opere che esplorano il mondo delle sensazioni che abbiamo dentro e che, insomma, io ho studiato psicologia ed arti marziali, così se avessi fatto la psicologa avrei potuto convincere i pazienti più recalcitranti con qualche colpo di karatè, invece lavoro egregiamente tra merci e banconi, e quando torno a casa tiro fuori quel che ho dentro, ed auspico che anche la stessa cosa accada con i lettori”.

I maschi che commenti fanno?

“I soliti, perché sono dei maschilisti. Secondo voi ragazzi, noi ragazze non abbiamo nessun bisogno, non andiamo mai in bagno, abbiamo sempre tutte le risposte e soprattutto, abbiamo sempre delle giornate splendide e solari che esistono soltanto nelle vostre menti …”.

CLIC SVUM AAAAAAAAH TUMP

Andata; controlliamo alla finestra … si, si sta allontanando a piedi, peccato, stavo per farle un invitino …

 

Mo’ vado a cercà Aran Cors a Londra e je mostro una valigetta zeppa de banconote, solo che lui me dirà di non esse’ eletto ar Parlamento Europeo …


Nobel obligatorius para mi!
Conte Tfracchia

Stai a portà er cappotto, fa ‘na sudata da fontanaro.
(Conte Tfracchia)

 


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