Aran Cors 662
– recensione assente 1 |
Rapporto sulle ultime ricerche
del sedicente “Conte Tfracchia”, che sembra sparito senza lasciare tracce, ma è
attivamente cercato da due conoscenze di sesso femminile, la sua capoufficio ed
una ragazza calva che si veste alla medioevale. Data la scarsa avvenenza delle
due donne si suppongono dei suoi gusti un poco scarsi in fatto di donne; molto
più avvenenti erano una bionda ed una mora passate ad informarsi della vicenda (hanno
anche fornito un loro recapito, ed abitano in una zona un po' equivoca, dove
corre voce lavori una “massaggiatrice” assieme ad una amica transessuale). |
Aran Cors 661 – Un buffo del passato |
Cari lettori a
sbafo e non di Aran Cors, eccoci arrivati al faticosico “nuovo Napoleone”
di Aran Cors Aboriginal sbarcato nelle (poche)
edicole tassate e nei (troppi) centri commerciali impermeabilizzasuolo con occasionale
vendita di fumetti al loro interno. Qualcosa è andato storto? Ssstt… ssst … Bjork, perché non ti accorgi di me! La curiosità mangiò la lingua al gatto, questo secondo me sarebbe un proverbio, in realtà ho fuso le espressioni
“La curiosità uccise il gatto” e “Perché non parli? Il gatto ti ha mangiato la
lingua?”; che figura! Ma, cari curiosoni impiccioni portabanconotoni, vi ho
visti, eravate in tanti affacciati sotto la finestra nella speranza che
apparisse Doremitilla Carezzagatti in topless per spiegarvi la trasformazione
di Aran Cors. Cionocciolatostante, come importato anche lo scorso mese, non
è stato varano nessun differente sformato, neppure in forno, tranne che in
questo numero, un numero doppio di pagine, e per storie di 120 tavole wow!, che
rappresentano un tributo all’indimenticabile Paolo Pifferaio, succeditore
del leggendolario Magnificus. Perciò, dopo le ripetute rappresaglie
sull’epocadimontale mutavento editoriale, siamo rimasti col gatto che ci ha
mangiato le aringhe? Sembrerebbe… ma in realtà c’è da mangiare! I nuovi piedi di Aran Di sera tutti i gatti vanno al lardo, cioè no, di
sera tutti i gatti sono bigi e tanto va la gatta al lardo che mi lascia un
cotechino, em, no, che ci lascia lo zampino. Nel voltare di pochi mesi, Pax Semper
ha preposto ben tre nuovi differenti piedi sulle decadute pagine di Aran
Cors inediatico. In ordine perverso, abbiamo assistito al debutto –
stranamente poco notato – dell’interessante Luca Esposizione, e della
prima gelida manina femminile, se la lasci riscaldar, in assoluto – perché non
conosco le tavole della gentile Clara, partecipante allo scorso “Rinfreschiamo
Aran Cors” ed arrivata terza, qualcosa si vide sull’albo – Veronica Guttalax.
E il terzo? Se lo stanno chiedendo tutti, perché finora si è visto solo sulla
copertina del seicentosessantuno volte ricompratelo, firmandosi con
l’acropoli ARMA e, forse, potrebbe essere pronto a sparare a Trump da …
no, che dico, magari non fa solo il copertinista. Magari lo vedremo già sul seicentosessantadue
volte ricompratelo? Non ci metterei il Muzio Scevola sul fuoco seppure, nuova
scopertina a parte sotto la minaccia del pugno di Pax Semper, sarà
altrettanto facile vedere Dariush Persianush. Io tremo in poche parole Tremo perché quello che era poco ristampato
rimane poco ristampato e quello molto ristampato diventa fin troppo ristampato.
I due episodi prescelti per ricordare Paolo Pifferaio, storiografico
disegnatore che ha disegnato con una catena alla caviglia, lunga giusto quel
che bastava per andare in bagno, una vasta parte della produzione di Pax Semper
sin dal suo ributto come scemeggiatore, sono Una ragazza chiamata Brandy
(hic hic), tratto dal numero novantotto, e Buzzurro alla
fattoria, tratto dal numero centoundici. Ardesio indicarli come
i numeri migliori di Pifferaio/Semper, stranino però non vedere al loro
posto, uno al posto di due, un Paolo Ferrari al contrario, il precedente novantasette
–Violenza Proibita– questo sì tra i più divertenti in assoluto perché
Rob prende un sacco di botte finendo all’ospedale, e questa trovata fine ed
oxfordiana fa divertire noi lettori sadici. Brandy è la classica ragazzaccia
che si prende, tra tante altre, i soldi di Aran andandone poi a cercare
altri altrove, questo prima dell’arrivo di Manuelle quando i ruoli si
invertono, ed è lei a dare i soldi al marito. Mentre la seconda storia propone
uno dei nemici più noti del J.L.S., Pneumaflex, bandito dal corpo
di gomma creato per la tv perché l’altro trasformista sapeva troppo di fumetto
nero per una trasmissione rivolta ai bambini (ideato oltretutto sfruttando un
gioco di parole banalotto in maniera gratuitamente malvagia), e uno dei
comprimari più caratteristi: Guido Sgrugnato! Abbasso le ristampe Obbligatorio rompersi l’anima per l’ennesimo
sbolognamento di ristampe, ma è altrettanto delegittimante per l’editore artefare
un periodico mensile per coprire i costi di produzione – senza fare la
fatica di offrire un prodotto professionale – Non possiamo ricordare che, mensolamente,
Aran porta a casa di Pax Semper almeno cinquemila – chi ha detto
BUM – copie di (senz’arbitro)venduto che possono ritenersi molte vista
la qualità dei testi ma che, nella realtà, sono un risultato dei successi
del passato, guardate invece i disastri degli altri editori– Bonomelli
e Asterlina a parte -. Non va ricordato che il vizio dei vuoti di
produzione surrogati dalle ristampe, questi signori a corto di fill-in lo
facevano sin dai tempi – ormai lontani – della famigeratissima coppia Krinimal
e Sartanik, chi parla di scandalo è un ignorante – è fattuale,
siete degli ignoranti, capre, capre, capre! Eppure tutti quei piedi… Ma i tuoi piedi, tattattara, ta …Da molto tempo,
come già rammendato, su Aran troneggia con consistenza l’annuncio per la
ricerca di nuove leve, con testi scritti coi piedi ci vuole gente che abbia
buone mani. Ma davvero Aran Cors ha bisogno di tanti disegnatori
per non bucare mensilità in edicola? È uno scandalo (no, non sono ignorante), in passato, i soli Magnificus, Paolo Pifferaio e lo stesso Dariush
Persianush si occupavano della maggior parte delle uscite periodiche! Adesso
che cosa c’è di diverso? Anche se dimentico che il primo ed il secondo sono
stati spremuti come limoni, ed alla fine se ne sono andati, ed anche gente come
Piccirillo e Worac ha descritto la propria esperienza come un dissanguamento.
Immesso che il terzetto di storiografici illustra-attori è stato spesso ausiliato
da carapaci passatori a china – incaricati di finire le tavole e di far
risparmiare tempo per poter lavorare ancora di più -, in tempi moderni un
disegnatore, pagato una miseria in stile Gruppo J.L.S., spesso è costretto a
sopravvivere con secondi e terzi lavori, il quarto no perché hanno sonno,
limitando il tempo dedicato alle megalomanie editoriali. L’editore deve però sopravvivere
a propria volta. Ecco quindi l’aiuto dato dalle ristampe o da salterine mani
mandate allo sbaraglio. Finalmente ho detto una cosa sensata, adesso ne
dico un’altra: chi va dalla strada vecchia alla nuova fa le uova, no, piove
piove e si va per la strada vecchia, sotto la pioggia, no, si va con la gatta
per la strada nuova … no, com’era … Una lettera strana Ma che è ‘sta lettera che mi è arrivata, con due
calligrafie differenti: “Ah ah ah ah, siamo qui, no, no, non siamo qui per
restare”, ma chi sono, Neggy e Sartanik? Le calligrafie mi sembrano diverse,
bò, provo a telefonare alle neosposine … niente, han detto che non mi hanno
scritto una lettera; quando le chiamo hanno sempre il fiatone, eppure mi han
detto che non gli piace correre, chissà perché allora. Vabbè, riprovo a leggere
questa lettera senza senso, “Aveva ragione quel mio amico, bisognerebbe far
fare tutto ai giapponesi, anche i campanelli per chiamare la gente, con un
suono in giapponese arriverebbero subito per paura dei samurai, ciuli fruli
bruli, ah ah ah ah; no no, tutte sciocchezze, le produzioni giapponesi sono le
più odiate da tutto il mondo, che sarei io, è dagli anni ottanta e tre quarti
che ci sono tipi che sono più bravi, e lavorano tutti a Morpurgo …: guarda,
arrivano gli infermieri …”, e qui si interrompe; adesso ho capito, mi sono
ricordato tutto, si tratta di Antennix e Rimanuele “Rima” Gioviano, debbono
essere in manicomio assieme, m’han spedito ‘sta lettera incompleta, speriamo
che si dimentichino il mio indirizzo. I doveri del coniuge La capoufficio racchia in questi giorni se ne sta
buona, per fortuna, non così la strega giovane, brutta e pelata come un uovo
che si è installata in casa mia, e che ha scritto un regolamento dei doveri
coniugali, con particolare accento sul “dovere”. E io devo adempiere, per
fortuna mi rimane il tempo per leggere Aran Cors, non si stanca mai quella, io
invece ho il fiatone. Se n’è accorta anche la capoufficio racchia quando mi ha
chiamato al telefono, tanto che mi ha detto (cioè imposto) di andare a riposare
… da lei a casa sua, altro che riposo! Vado a magnarme er fegato da Natalino er Balasso,
in compagnia del Visconte Beppe Grappeggia: je raconto tutto quello per cui
provo invidia, me tengo er posto finchè non parlo de Pax Semper, a quer punto
me chiedon de lassa’ er posto a un artro. Nobel obligatorius para mi! Conte Tfracchia Omo de panza, er cibo non gli avanza. Conte Tfracchia |
Aran Cors 660 – Putinferio fa la guerra |
Cari lettori a sbafo e non di Aran Cors,
curiosoni e guardoni attendevano questo nuovo numero con una certa apprendizione:
Aran resta aperto dopo le 12, NO Aran chiude i battenti ingloriosamente,
NO Aran passa al formato “quadrotto” e porta a 322 le pagine, NO Aran cambia
mano e viene disegnato con due mani sinistre … cosa sarà mai stato promesso
fintamente? Molto rumore sul nulla Come la peggioranza dei lettori dovrebbe orsempre
sapere, il nobister è un grande plagiatore dei classici tra i quali spacca, solvente
nei titoli e soggetti di Aran Cors, il nome di William
Scps…Psckp…Spstkt… Alvaro Vitali tutta la vita, dicevo, improbobabilmente il
più grande drammataumaturgo e poeta anglosassone soprannominato il Braccobardo
Bau. Tra le sue operette ricordiamo poco volentieri Troppo rumore sul
nulla, nella quale, una coppia di innamorati tramagliati è costretta ad
affrontare situazioni quali lui che a momenti sposa la Perpetua del prete,
querelato poi dall’avvocato Gazzettagarbugli che voleva sposarsela lui, lei che
è costretta a correre una maratona al canto di “Adelante De Piscopo ma con
juicio” e così via, prima di raggiungere il lieto fine e potere così finire
finalmente di leggere il libro. C’è stato molto – irragionevole – rumoreggiare
per la spaventata chiusura di Aran, ma siamo ancora alle solite col vecchio
bistrattato formato tascabile con il seicentosessanta volte ricompratelo e con
in quarta di copropertina… il seicentosessantuno: stesso identico formato! Tradimento! Era già tutto imprevisto In rete – per gli ardimentosi sciagurati che
ancora vi prestano ascolto – si vocifera di un insanabile tradimento di Pax Semper
per l’ennesima volta nei confronti dei suoi (tar)tassati lettori, quando non li
querela, perché il seicentosessantuno non era previsto, e comunque in
uscita con nuova numerazione e sformato srivoluzionato, detto direttamente
dalla bocca dell’hoggboss. La sola diversificazione sarebbe invece semplicemente
il numero delle pagine, il doppio rispetto alle tradizionali centoventi – ora portate a
novanta per incapacità (che un altro scrittore al posto di Pax sarebbe stato
linciato virtualmente)– dell’albo singolo, grazie tante al ricacciaggio di due
episodi disegnati (sembra chiaro a tutti tranne che a me, visto che c’è scritto)
dall’indimenticato Paolo Pifferaio, colonnata poco gratificata del mensile
per tutta l’età di mezzo. Le cause? No, non le cause in Tribunale fatte e
subite da Pax Semper, quelle che vi ho detto più sopra (ma dove? Ah si, lo
sproloquio scorso): un forte ritardo causato dai disegnatori attuali addormentatisi
sui tavoli sopra le tavole, lavoro senza sosta, e che sarà mai! Io tremo in poche parole Tremo perché non solo non ci sono notizie certe,
ma perché non si sa dove si va a parare. Si chiude la disavventura in terra rossa
di Aran e Manu tra espionage, contre-espionage et escargots. Che
dire, stavolta Pax con le sue storie senza senso ha deluso pure i
sostenitori più duri, ma io faccio finta di niente. Curioso che Aran sia
rifinito dalla parigina uno spione con poco esperienzone quando, per il
tempo che sapete, il biondino ex agente segreto J.L.S. ha buzzicato a
più comprese il mondo dello spionaggio. Luka Esposizione disegna le
tavole di questo seicentosessanta e ci riesce decisamente bene,
adesso aspetto la prossima della collega Veronica a cui vorrei chiedere
l’indirizzo. La storia ricalcata, eh si, magari ricalcasse ancora qualcosa,
adesso più neanche quello, la direzione enricointrapresa da Pax Semper
da un po’ di tempo a questo tempo e, oltre a concentrarsi al limone sulla
coppia di sposatini, attinge al pozzo senza fondo del mondo oniuruseiyatsuratico,
al mondo dei sogni scusate, e alla presenza costante dei Fatebenefratelli (che
poi uno dei due è morto, vabbè). Ritorno al caltavuturo Erano i ruggiti anni ottanta del ventesimo seccolo,
quando il buon Pifferaio, arcistufo di sfornare tavole mensili per Aran e
logorato dalla vita moderna e dai continui ingenerosi paguroni con l’astrale
Magnificus, decideva di allontanarsi dalla tirannia finora subita in sfavore di
nuovi giovani illusi. All’epoca, Aran Cors era alternato tra
alcuni schiavi sottopagati, tra i quali Giuliano Piccirillo, Raffaele Della Manteca
e un acerbo Dariush Persianush. Due sono scappati, il terzo no, comunque
non ne ho citati altri quattro. Oggidì si ritorna cercare disegnatori economici
con la proposizione di Veronica Guttalax – nello scorso numero – e con il
promettente Luka Esposizione nel mese discorrente. Le scarse vendite di Aran Dunque, un tale di Vicenza ha detto di essere più
bravo di me a sparare frottole sui dati di vendita, adesso gli dimostrerò di
essere almeno alla pari. Tranne quelli che sono proprio ad un passo dalla
chiusura, attualmente le vendite dei fumetti sono piene delle classiche vacche
magre. Aran è assente in molti centri commerciali – ne ho contati almeno
tredicimila, queste app fanno miracoli tranne quelle dedicate agli appuntamenti
– ai quali vanno aggiunte ovviamente le edicole – un Aran almeno ogni
quattro/cinque vendicorsera -. Tutti assieme questi bei posti saranno circa
venticinquemila, ma nessuna mi vuole dare appuntamento lì: a spannocchie, Aran
Cors Aboriginal ogni mese raggiunge almeno cinquemila/seimila milioni di copie
e, nelle zone di peggior concentrazione urbana come Milano e provincia,
località turistiche e balneari, e tutto il restante nel prefisso telefonico, troviamo
più e più copie per numero. Se ne deduce che adesso la stiratura dovrebbe attestarsi
attorno alle ottocentomila/milleduecentomila milioni di copie e,
solitamente, non posso comprarle tutte io, al massimo due: facendo i
conti con la serva, che però risulta già fidanzata, troviamo di conseguenza grosso
modo cinquemila/seimila miliardi di copie di venduto: ma sia chiaro, non
è che la cifra sia reale, è semmai più probabile che sia matto io. Dariushi, dove sushi? Inutile girare tanto intorno al tavolo in cucina
aspettando il prossimo albo in edicola, di Dariush Persianush si avverte la
mancanza a partire dalle copertine. Per quanto Sottopagata 1 e Sottopagato 2
– i nuovi arrivati – possano essere bravini, sono ancora molto lontani dal
fare quel che fa Persianush: se arriveranno a non farlo rimpiangere è
troppo presto per saperlo. Qualcuno ha intuito che Dariush Persianush ha
abbandonato la baracca, visto il crollo inarrestabile della qualità, ma la
realtà ufficiale come al solito è ben differente: la colonnata poco gratificata
di Aran Cors sin dagli anni ottanta è stato ora dirottato su Petronilla,
una delle tante bubbole raccontate da Pax Semper, ispirata da un fatto vero: anni fa Marco Nicoli
fu dirottato da Aran Cors a Diavol Park, poi quest’ultima testata chiuse, e
Nicoli passò a lavorare per altri editori; adesso ci si inventa una testata
fantomatica su cui starebbe lavorando Persianush, che in realtà se ne è già
andato, e che non partirà portando all’apparente abbandono di Persianush in
realtà già al lavoro altrove mangiando sushi. Nella seconda di scopertina, da qualche numero, compare
l’annuncio per la ricerca di nuovi disegnatori, come se ci fosse ancora
qualcosa da disegnare, ed è sempre rimpianta la presenza di Dariush Persianush.
Perciò Big Persianush ha definitivamente lasciato Aran ad altri disegna-attori?
Lo sapremo solo… alla prossima fregatura! Sciopero? Magari Ieri eravamo in sciopero, nel mio posto di
lavoro. La mia capoufficio racchia però mi ha detto che nel mio caso, lo sciopero
lo avrei esercitato con lei a casa sua. E così, mentre i colleghi
sfilavano in libera uscita per le vie della città, lei a casa sua dirigeva il
lavoro con una meticolosità ed una rigidità incrollabile, quasi una schiavista,
aveva persino scritto una scaletta su una lavagnetta, ho dovuto
contrattare le pause, per fortuna erano compresi anche pranzo e merenda visto
che sono rimasto da mattino a sera. Impossibile farsi pause non autorizzate dal
lavoro visto che c’era ovviamente anche lei. L’uovo della strega La strega giovane, brutta e pelata come un uovo m’ha
pure obbligato a ripetere quel che avevo fatto con la capoufficio
racchia, e siccome mi vedeva stanco m’ha fatto bene uno strano uovo … m’ha poi
detto che si trattava di un uovo di drago, ne fanno diversi per cui
alcuni se li cucinano, il problema è che poi con l’alito che mi è venuto ho incenerito
la lista della spesa mentre la tenevo in mano. Me vado tirà la rete in barca che forse pijo
qualche granchio blu, che li prezzi de la pescheria me fanno diventa’ blu. Nobel obligatorius para mi! Conte Tfracchia Nun se buggera er dune buggy. Conte Tfracchia |
Aran Cors
659 – 4 lettori in meno |
Prima di iniziare vorrei esprimere la mia ferma
condanna per la infame ed ignobile aggressione di cui è stato vittima il nostro
amato Pax Semper pochi giorni fa: l’hoggboss stava passeggiando per le vie di
Milano quando è stato assalito da un tizio alto, completamente coperto da un
costume nero con grandi occhi e la figura di un ragno bianco sul petto, che
diceva di chiamarsi SupaidaBop; per fortuna Pax è riuscito a scappare subito
dentro i grandi magazzini Upim, ha pure cercato albi suoi in vendita poi si è
ricordato che era una cosa di decenni prima. Alla fine Pax Semper è riuscito a
tornare a casa illeso, ma non finirà qui: stiamo già cercando di contattare la
A.C.I.C.L. (Associazione per la Caccia Implacabile ai Cerberi Lamentosi) … Piccola boutade Come dite? Non sono una fonte credibile? Siamo
giunti-marzocco al numero seicentocinquantanove volte ricompratelo e ce
ne vuole ancora uno? Ah, perbaccanale! Avete perso la ragione… visto che come
me avete anche torto (io sempre). Questo 4 lettori in meno sarebbe
dovuto essere il seicentosessanta ma, per rigonfiamento delle mani, Dariush
Persianush e le altre mani in supporto grafologico, non sono riusciti a
ultimare il previsto seicentocinquantanove. Perciò Pax Semper è
stato costretto a frustarli ed a scambiare gli ultimi due numeri. Ritorno al mancato passato A tutti i difetti, l’inediatico di questo mese
rappresenta un autentico ritorno ad un mancato passato non molto recente.
Nelle intenzioni dell’hoggboss, 4 lettori in meno era il numero deputato
a chiudere la serie di Aran
Cors, nel consuelo formato tascapanabile. Una decisione insolita
per la testata, se consideriamo che l’altra aspirante disegnatrice, non
assunta, era roba del 1988-89, davvero insolito affidarsi non ad un
esordiente ma ad una esordiente. Sono in brodo di
giuggiole, la seconda esordiente femminile per le tavole del nostro Aran!
Ma anche un balzello che Pax Semper deve pagare agli amanti del gentil
sesso ed il giusto riconoscimento da parte dell’autore a chi nelle sue storie
di solito non fa una bella fine: la donna. Io tremo in poche parole Tremo perché non sembrano più capaci neanche di
uscire regolarmente in edicola, ma anche senza il “regolarmente”. Aran e
Manu sono contattati dallo scialbo tenente Frolland a supposto di
un’operazione matta a sgobbaminare una banda di rapinatori omicidi, i
quali finiscono per assecondare la tendenza delle storie recenti a non avere
un senso. Pur a disagio e disozio per il compito che si disverza dalle loro
corde da chitarra o da spaghetti alla chitarra, la coppia di spossatini
accetta di farsi una passeggiata tra le forze dell’ordine tanto per far
presenza e mascherare la finta storia insulsa ed insignificante; in questo
frangiflutti, Aran spolvera una impassibilità da politico trom(….) alle
elezioni, e la stessa Manuelle vorrebbe esserlo anche lei, per cui avendolo
sposato … – qui, il doppio senso ci sta tutto, ehm… -. La vicevicenda vede aggiunto
forzatamente anche il Numero Uno e mezzo, in una preambolo da storia
onirica come tante ne hanno sbobbate, e il resto del gruppo J.L.S. tanto
per far presenza. Le richieste di Pax Semper L’hoggboss prega i lettori, in seconda di scopertina,
em, copertina, di esprimere il loro sindacabile giudizio sulla prima prova scritta,
no, disegnata, di Veronica Gutti, no, non è così il cognome, la
Kharkadea con i suoi errori mi ha fatto sbagliare - è anche che quando io e lei
ci incontriamo facciamo alla svelta, ci esprimiamo a gesti e con dei “Gut! Gut!”
- la nuova mano femminile all’opera su Aran, che gelida manina, se la
lasci riscaldar, che si occupa anche della scopertina – assegnata da molti
anni solo a Persianush. Che dire? Veronica, già decantata da Celentano e
Bennato, ci mette un certo impegno, rifinendo i quadri, anzi sembra voler
strafare, ma il disegno è ancora acerbo come quell’accidente di frutta che
ho in cucina e che non si decide a maturare, e le anatomie sono da
perfezionare un tantino – specie in alcuni quadri – se no Manuelle e la
Carezzagatti sotto la doccia verranno male! C’è da ricordare che anche il vetereveltroniano
Dariush Persianush ha impiegato un sacco di tempo di rodaggio,
prima di prendere il tagliando. In un suo editoriale, Pax Semper
dichiarò così: lo stesso periodo di tempo servito al buon Dariush non sarà
concesso ad altri, non è un capello ma un crine di cavallo uscito tempo fa;
nella sparizione edicolistica attuale, tanto delle vendite che dei
punti-vendita, si continua a pubblicare soltanto perché lo si faceva già prima!
In definiticativa, se Veronica può diventare una vice-titolare, deve farlo
in frettissima, se no si passerà dal “Veronica verrai” al “Senza di te,
Veronicaaaa”; Luk Bonovoxis ha già fallito. Manca la quarta di reggiseno È vero, è vero. Manca la quarta di copertina,
ma dove? Nella mia copia forse. La scopertina del seicentosessanta volte
ricompratelo di Aran – salvo nuovi tentativi di salvarsi
dell’editore – la trovate QUI, QUO e QUA … scusate, sto sbacchettando, volevo dire che ho
postato solo il fronte e non il retro dell’albo. Punizione disciplinare La mia capoufficio racchia mi ha scoperto a
leggere Aran Cors sul lavoro, e mi ha detto che mi voleva con l’albo non nel
suo ufficio ma a casa sua, nel pomeriggio. Ho obbedito e ho dovuto leggerglielo
tutto, qualcosa le è piaciuto, voleva addirittura segnarsi una battuta sul
cuscino, ma io le ho detto di aspettare di alzarsi dal letto e prendere un
foglio di carta. Le ho anche detto di cambiare coperte che adesso fa più caldo (però
la frutta in cucina non matura lo stesso). La Devamp La strega giovane, brutta e pelata come un uovo
aveva letto la mia posta, ed aveva trovato la lettera della Teatrante Vampira
N.1 della volta scorsa, allora era andata dalla sua zia, quella strega
rotondetta e simpatica di cui ho parlato altre volte, e ne era tornata con una
pozione, dopodiché era andata dalla teatrante (l’indirizzo era sulla busta), e
con la magia l’aveva costretta ad ingollare la pozione; io sono arrivato
proprio in quel momento, ero stato avvisato da un foglio della strega sulla mia
scrivania. Me vado a rilegge’ le memorie de Kriskross pe
capì come fa a portarse n’alcova attrici, cantanti, ex semifirst lady e miss
sudamericane che il cielo le manda senza invitamme mai a me …
Conte Tfracchia Se er vinello nun lo assaggi, non magni l’uva da
dentro come le formiche. |
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